Oggi finisce luglio. Io sì e no mi ero resa conto che fosse cominciato.
Luglio per me è sempre stato il mese preferito. Quello che è finita la scuola. Quello che da piccola facevo per intero al mare con i vari parenti che si alternavano. Quello che faceva caldo ma non troppo. Quello che, armata di telo, costume, Nokia 5110 rosso e graziella rosa, potevo starmene dove mi pareva dalle 9 della mattina alle 7 di sera. E poi di nuovo dopo cena. Libertà.
Luglio per me è sempre stato il mese preferito. Quello che è finita la scuola. Quello che da piccola facevo per intero al mare con i vari parenti che si alternavano. Quello che faceva caldo ma non troppo. Quello che, armata di telo, costume, Nokia 5110 rosso e graziella rosa, potevo starmene dove mi pareva dalle 9 della mattina alle 7 di sera. E poi di nuovo dopo cena. Libertà.
Poi è iniziata l’università. Le cose sono cambiate. Luglio era l’ultimo mese di
studiate stakanoviste, per fortuna spesso in trasferta, rigorosamente in compagnia. Mi illudevo
di essere in vacanza, anche se poi non lo ero per niente. Rimanevo
bianco-mozzarella e una volta (una sola eh, che vi credete?!) è pure successo
che mia mamma sbattesse fuori me e la mia amica C. a prendere
un gelato, perché a forza di studiare ci eravamo ridotte a due larve rincitrullite.
2013: le cose sono ulteriormente peggiorate: lavoro da 5 anni in un posto dove luglio è uno dei
mesi più caotici e duri dell’anno. Forse il peggiore in assoluto. Un periodo dove tutti sclerano e urlano si agitano e
discutono e le ferie ahimè sono ancora lontane. Rimpiango moltissimo l’anno scorso
quando a luglio ero in vacanza, in viaggio di nozze, per la precisione. Non accadrà mai più. Sigh.
Come se non bastasse il cantiere è ancora aperto.
Apertissimo. E niente, io ogni tanto crollo. Sul lavoro alle volte sono
talmente esaurita che rabbrividisco se solo ripenso a tutte le cose che ho fatto
perché è assolutamente improbabile che non ne abbia toppata almeno una. A casa
a volte ho la sensazione che le cose mi sfuggano di mano, che gli artigiani
siano fuori controllo e che niente stia procedendo. In realtà non è così, però
anche una tranquillona come me qualche volta si fa prendere dall’ansia.
Prendiamo ad esempio il momento in cui, entrando nel mio bagno, non mi piaceva
più. Dai, non è possibile! Erano 10 anni che pensavo a come farlo, ho disegnato
sulla carta a quadretti circa un milione di soluzioni possibili, finalmente ho
battezzato quella giusta, sono rimasta entusiasta quando ho visto i materiali
in negozio e ho detto “voglio questo e quello”. Non era proprio possibile che non
mi piacesse più. Infatti il giorno dopo m’è passata. Credo sia stato solo un
crollo di nervi. Un momento no. Un po’ di stanchezza accumulata condita con la
sindrome premestruale. Ecco, dai, diamo la colpa al ciclo, che ultimamente fra parentesi
comincia a starmi discretamente antipatico.
Passerà, lo so. Sono certa che fra pochi mesi riderò a
crepapelle pensando a me in questi giorni. Me con il dente sfasciato, che vorrei
mettere questo smalto e non ho idea di dove l’ho imbucato, che lavo mutande a
ciclo continuo perché ne ho tenute a disposizione solo una minima parte e ogni tanto
capita che rimaniamo senza (veramente eh! Fortuna che fa caldo e il bucato si
asciuga prima fuori che in asciugatrice). Mi faccio una gran tenerezza, a immaginarmi a correre di
qua e di là e ad angustiarmi e rigirarmi nel letto di notte se mi viene in
mente qualcosa che mi è sfuggito. Però io oggi sono questa qua. E passerà
ancora qualche settimana prima che possa riderci su. Fortunatamente le ferie si
avvicinano e le prossime due settimane saranno a regime parziale. Ciò significa
che nei prossimi giorni di lavoro dovrò ingranare ancora una marcia (l’ultima
che mi rimane, più di così schiatto) per terminare tutto e probabilmente qui mi
troverete ancora più esaurita. Ma tant’è.
Vi lascio con un pensiero positivo, che credo di essermi sfogata
abbastanza: stamattina mi sono svegliata di ottimo umore. Ho sognato che era
nato il mio nipotino ed è stato un sogno bellissimo. Era minuscolo dentro la
sua tutina di ciniglia azzurro carta da zucchero e aveva pochi capelli chiari. Mia
cognata era bellissima e serena, vestita di panna e azzurro (*), lo teneva in braccio
con dolcezza e ce lo mostrava per la prima volta. Mio cognato, felicissimo,
giocava col bimbo che gli sorrideva e ridevamo tutti. Forse sembrerà un po’
banale ma mi ha messo molta allegria. Non è stato un sogno lungo ma era
ricchissimo di dettagli che mi hanno colpita. Cercherò ti tenerlo presente
quando avrò bisogno di un pensiero felice nei prossimi giorni.
(*) Sì, ho visto il video del principino George... come dite? Condizionata? Io? Naaa.... ;)
brava! Luglio è proprio il, mese "delle vacanze", per eccellenza!
RispondiEliminaMa anche per me questo è un concetto ormai retrò...
Le mie ferie sono già consumate, già un ricordo: a casa col cantiere in bagno e figli sdravaccati ovunque ("dai raga: oggi giro in bici / picnic al parco / giornata al mare... " , ma son veri o fanno parte dell'arredamento? sembra che respirino...) .
Anche io a volte sogno quelle scene un po' così, che ti resta quella bella sensazione di allegria. il fatto è che poi nel sogno quel cucciolo risulta essere il mio 4° e ci sono i fratelloni che mi fanno lo sguardo di disapprovazione tipo "coshaifattooooo?". Io mi tengo la sensazione, va!
Buon agosto!
carla
<3
Eliminaparola d'ordine: RESISTERE :-*
RispondiEliminaGrazie Francesca, il tifo da stadio fa sempre bene :)
EliminaTieni duro, manca poco! La crisi è normale, vedi mille riviste e poi non hai più certezze. Comunque a me la doccia e il pavimento piacciono molto.
RispondiEliminaBacio
A
Grazie Adri! Sì è vero, sono un po' cotta... Ma intravedo la luce alla fine del tunnel!
EliminaAlla fine per fortuna l'insieme piace anche a me :D
Vedrai che quando tutto sarà terminato, ripenserai a questi momenti e avrai anche la forza di sorriderci su. Vale la pena faticare un po' per ottenere qualcosa di così grande ;)
RispondiEliminavero!Comunque sono sincera, anche voi mi aiutate molto a sdrammatizzare :)))
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