sabato 8 febbraio 2014

K di Katia




Katia. Era parecchio che non pensavo a lei. Eppure la sua conoscenza ha così segnato la mia vita, il mio carattere, il mio atteggiamento. L'altro giorno mi sono trovata a citarla commentando il blog di un'altra Catia, una Catia con la C alla quale raccontavo della "mia" Katia con la K.

Perchè Katia? Perchè io voglio assomigliare a lei. 

Katia è stata per diversi anni la mia babysitter. La mia babysitter preferita, per la precisione. Io facevo le elementari col tempo pieno in un posto che non sentivo la mia città e a volte mi sentivo un po' sola. Mio padre lavorava molto e mia madre era all'università. I nonni erano lontani e non stavano bene, occupando molto del tempo libero e della spensieratezza  della giovane coppia che erano i miei genitori. A posteriori sono cosciente che quello sia stato un periodo difficile ma, soprattutto grazie a Katia, io all'epoca non me ne sono accorta.

Katia mi veniva a prendere a scuola ed era l'unica persona, che non fosse la mia mamma, che ero super felice di vedere oltre quel cancello. La sua creatività mi ha sempre travolta. Con lei ogni giorno un'attività nuova, una scoperta nuova, un posto nuovo. Con lei ho imparato a fare i frullati, la pasta di sale, le ghirlande di carta crespa, le decorazioni col pirografo, le collanine con le margherite, a fare una lavagna nera con la carta da forno. Abbiamo suonato il flauto, fatto passeggiate in bicicletta, rovistato tra i cocci di un cantiere alla ricerca di tesori, giocato a dama, registrato audiocassette con le nostre voci, pressato fiori, fatto fotocopie a colori con un colore alla volta. Perchè il nero è triste. Abbiamo mangiato due ghiaccioli di seguito, siamo state in biblioteca, abbiamo giocato a dama e a un bastimento carico di, abbiamo mangiato pane burro e zucchero, scorazzato per il paese con la sua vecchia macchinina rossa, lo Scassino, abbiamo fatto lo shampoo alle barbie e tantissime altre cose che ora purtroppo non mi sovvengono. Ero con Katia quando ho comprato i miei primi tre gomitoli. Acrilicone giallo, rosa confetto e verde acqua. Che emozione.

Ma mi restano la sensazione, la spensieratezza di quel periodo. La gioia di quei pomeriggi che non avrei mai voluto finissero. Ogni volta una scoperta. Ogni volta una meraviglia. 
Mai la tv. Mai la noia.

Katia per me è stata un modello. L'adulto che io avrei voluto diventare. Sempre dolce ma ferma nelle sue posizioni. Fisica e ma non invadente nelle sue coccole. Sorridente energica e viva. Mi ha trasmesso l'amore del gioco. Il divertimento della scoperta. L'emozione dello sperimentare. Il rispetto delle regole. Con lei l'obiettivo non era mai il risultato ma il processo. Non mi ha mai fatta sentire sbagliata solo perchè ero piccola.
Poi Katia so che è diventata una maestra e ha avuto dei bambini. Sono felice per lei. E per quei bambini.

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Questo post è il mio contributo a #talktoyourdaughter 
Un'iniziativa di Claudia Porta de La Casa nella Prateria, finalizzata alla condivisione dei nostri modelli femminili. L'idea principale è quella di dare delle alternative reali e positive a cui ispirarsi, che contrastino i modelli artefatti proposti alle "nostre" figlie dal mondo dello spettacolo e dalla pubblicità. Claudia propone anche di raccogliere tutte le nostre testimonianze e di raccogliere in un e-book. Per le "nostre" figlie ma secondo me anche per tutti gli altri. A me piacerebbe moltissimo leggerlo.

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