
Quando mi sono sentita pronta, ho iniziato da qui. Come mi sbagliavo! Mi sono preoccupata per niente: oltre ad essere estremamente scorrevole, il testo è di una modernità sorprendente. Ho riletto un paio di volte la quarta di copertina per essere sicura di aver capito bene: il libro raccoglie i testi delle conferenze tenute da Maria Montessori nel 1923. Sì. Impressionante.
Oltretutto, l'ho trovato estremamente collegato a Alessio Roberti - Le parole per crescere tuo figlio, poichè entrambi (a un secolo di distanza e ci tengo a ripeterlo) trattano le metodiche per evitare possibili incomprensioni fra genitori e figli.
La Montessori introdice un concetto che, per alcuni, potrà essere rivoluzionario ancora oggi: il bambino, seppur inerte fisicamente, possiede da subito una vita psichica attiva, nonostante non sia ancora in grado di manifestarla. L'adulto, che sia esso il genitore o l'educatore, si deve allora porre in secondo piano, preparare un ambiente adatto per il bambino e lasciarlo libero di esprimersi e tentare il più possibile di comprenderne i bisogni. In poche parole, è l'adulto ad avere il dovere morale di adattarsi al bambino, e non viceversa come la vita frenetica che conduciamo talvolta ci fa pensare.
Molti errori che gli adulti inconsciamente compiono, sono infatti fonte di grande sofferenza e frustrazione per il bambino e, anche se da adulto magari non se ne ricorderà, alcune cose potrebbero segnarlo per sempre.
Uno degli aspetti nel rapporto adulto-bambino che vengono magiormente criticati, è la richiesta di obbedienza illimitata e totale. Il bambino ha diritto ad esprimere la sua personalità! Se non si sta mettendo in vero pericolo, ha diritto di sbagliare, di sporcarsi, di sperimentare e di trarre da solo le conclusioni osservando le conseguenze delle sue azioni.
Proprio in virtù di questo, viene incoraggiata la predisposizione di oggetti il più possibile simili a quelli dei grandi, anche per i bambini. Utensili e mobili in miniatura, meno pesanti di quelli veri, ma altrettanto funzionali e delicati. Il classico esempio sono le stoviglie che, dal momento in cui il bambino sarà in grado di maneggiarle, dovrebbero essere non eccessivamente delicate, ma frangibili. In modo che sia egli stesso a dover stare attento ai suoi gesti. Gli oggetti e gli ambienti, poi, dovrebbero essere sempre gradevoli, poichè è più facile prendersi cura di qualcosa che piace. Così il bambino, gradualmente, imparerà da solo ad accorgersi che gli oggetti fragili si rompono e a starci attento, che il tavolo si sporca mangiando e desidererà pulirlo, che il pavimento andrà spazzato, e così via.
Un'altro elemento del pensiero montessoriano che mi ha molto colpito, è la forte negazione della necessità di una sorveglianza continua sul bambino. Una volta preparato un ambiente adatto e rimossi gli oggetti pericolosi, il bambino ha diritto di essere lasciato libero di dedicarsi all'attività che preferisce. E ciò è ben diverso dall'abbandonarlo o trascurarlo. Se gli permettiamo di sperimentare in libertà, avremo incentivato fortemente il suo sviluppo, e lui ve ne sarà per sempre riconoscente.
Avete mai tentato qualche attività montessoriana con i vostri figli? Com'è andata?
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