lunedì 7 gennaio 2013

tecnologico ergo sum

Mi si è impallato Whatsapp e sono in crisi di astinenza. Dopo solo due giorni di mail e messaggini mi sento isolata dal mondo. Sento la necessità impellente di mandare una foto a mia cognata e di consultare una ricetta che mi aveva spedito mia madre. Per non parlare degli aggiornamenti minuto per minuto con la mia amica M. per capire se oggi riusciamo ad andare in palestra oppure no.

E' una droga, non c'è che dire. Ma come facevamo prima? Si stava meglio quando si stava peggio? Ma anche no.

Visto che sono oggetto di abuso del telefono durante l'orario di lavoro, quando sono a casa di telefonare sono già stomacata, non mi viene in mente, raramente ne ho voglia (e faccio male perchè ho delle amiche -ciao S.!- che se non fossero loro a chiamare non sentirebbero più la mia voce. Vergogna!). Le telefonate personali sono spesso per me funzionali momenti di comunicazione, prevalentemente organizzativo/logistica, con il resto del parentame.

A che ora veniamo?

Hai fatto la spesa?

Cosa si mangia?

Domattina viene l'elettricista, chi gli apre?

Perchè concentrarsi per indovinare l'orario adatto in cui non disturbi e impegnare quei due neuroni a mettere insieme frasi di senso compiuto? Messaggino, venti/trenta caratteri e hai fatto! Poi vuoi mettere l'ebbrezza di sentirsi ancora adolescenti?

Meno male che queste cose non c'erano quando ero veramente adolescente. Oggi sarei una disadattata. Sapevatelo.

E dire che io sono schiava di questo sottile piacere da davvero pochi mesi. Il mio nokia-bidone andava ancora discretamente e me lo sarei tenuto finchè non fosse passato a miglior vita. Invece il nokia ha dovuto cedere il posto a uno smartphone in circostanze purtroppo poco felici. Sono emiliana e quando qui c'è stato il terremoto non c'è stato niente da ridere. Me lo ricordo bene, martedì 29 maggio sono rimasta isolata dalle comunicazioni per qualche ora, facendo morire di paura le persone che cercavano di mettersi in contatto con me. Compresi i miei genitori che, a differenza mia, erano già dotati di tecnologie di questo secolo e riuscivano a comunicare tra loro e con Lui via chat, mentre io non ero raggiungibile. Quindi era giunto il momento di modernizzarsi, perchè no, concedendosi anche un magro contentino in quel periodo così nero. Il giorno dopo avevo il mio Iphone.

Il vecchio telefono-solo-telefono-al-massimo-un-po'-fotocamera è stato quindi messo in pensione e mi sono trovata di colpo catapultata nel meraviglioso mondo che tutte conoscete. Ora mi sembra veramente di averlo in una mano, il mondo. Hai una domanda? Google sa la risposta. Vuoi sapere quanto/come vestirti? Consulta tutti i tipi di meteo che vuoi, fai una media ponderata secondo l'attendibilità percepita di ciascuno e hai fatto. Non hai idee per un regalo di compleanno? Groupon, Poinx, Privalia ti daranno una mano. Hai il frigo deserto e vorresti cenare? Consulta il menu del tuo ristorante giapponese preferito e prenota la consegna a domicilio. Sei in treno e stai morendo di noia? Eccoti Ruzzle, Angry Birds, Super 7 e Cut the Rope. Vuoi farti un giro al mare ma non sai com'è la mossa? Guarda la webcam. Hai bisogno del navigatore per arrivarci? C'è anche quello, che domande.

E' semplicemente meraviglioso. Per non parlare delle foto. Premetto che io non so fare foto. Ma perchè non dilettarsi in qualche tentativo? Tanto io non so distinguere tra una foto fatta bene e una fatta male, capisco solo ciò che mi piace e cosa no. Magari ragionano così anche gli altri. Quindi perchè non buttarsi? Vai di Instagram! Quasi quasi ora mi cerco un coupon per un corso di fotografia così imparo qualcosa, almeno le basi... faccio l'evento su FB per sapere se a qualcuno interessa venire con me e comunico a tutti le date possibili via Whatsapp.... scherzo. Però, seriamente: esiste un modo per sopravvivere alle crisi d'astinenza tecnologica?!

1 commento:

  1. Io sbavo su accessori tecnologici che non mi servono minimamente e senza connessione inizio a dare i numeri!
    Ho detto tutto.
    ;-)

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