Oggi
incrocio una collega in bagno che mi fa i complimenti per il non-fiocco
nascita che ho preparato per la porta dell'ufficio del collega M. Fin qui ok. Poi aggiunge
tutta concitata "hai proprio sbagliato lavoro! Sei sprecata qua dentro!" riferendosi alla mia creatività onnipresente.
Non è la prima persona che me lo dice e non sarà nemmeno
l'ultima, però ogni volta che sento questa frase è come se mi si
crepasse un po' qualcosa dentro... è come se la puntina con cui è
affisso un promemoria mi pungesse, un memo che è lì da un po' e
ogni tanto si fa vivo: "te lo ricordi vero? te lo ricordi che da
piccola ti saresti immaginata ovunque, ma non in un ufficio? o almeno
non in un ufficio a fare lo stesso lavoro tutti i giorni..."
A me il mio lavoro piace, chiariamolo subito.
Mi occupo di
qualcosa per cui ho studiato tanto e faticosamente e che personalmente
ritengo interessante. Certo, un lavoro come tanti con i suoi alti e
bassi, ma nel complesso accettabile.
Accettabile, non entusiasmante. Mentre io ho sempre sognato
di alzarmi la mattina con qualcosa di entusiasmante da fare... e invece
come molti mi ritrovo qui a vivere nel compromesso, con i vantaggi dello stipendio
fisso (magrolino eh, però fisso e non è mica poco), della vicinanza da casa (meno di 10
minuti di auto) e orari nella norma.
Solo che io non SONO un'impiegata. Io FACCIO l'impiegata.
Io sono quella che ieri è andata di proposito al discount per cercare un
prodotto maxitaglia (qualsiasi) che fosse confezionato in un barattolo
di vetro che avesse le giuste caratteristiche per un art attak che avevo in
mente (e adesso ho svariati etti di olive da smaltire...focaccia per tutti?!). Io sono quella che datemi una colla a caldo e terrò insieme il mondo. Io sono quella
delle mille passioni che avrebbe voluto trasformare in un lavoro. Io so
fare la manicure, la piega e il burrocacao fatto in casa, se avessi tempo
leggerei libri più o meno su ogni argomento trattato (escluso il
romanzo fantasy che proprio mi fa ribrezzo). Io sono quella che tienimi la
sorpresina dell'ovetto Kinder e ti ci faccio una collana. Io sono quella che per rilassarsi cucina. Io sono
quella che quando il marito le vuole fare un regalone, le porta a casa
macchine infernali per rilegare, plastificare o lavorare a maglia.
Poi mi sono laureata e ho iniziato con i "lavori seri", compreso il lavoro che sto facendo ancora adesso, ripromettendomi di tornare l'ideatrice di giochi creativi quando un giorno avrei avuto dei figli. Avrò sbagliato oppure no? Ma soprattutto, prima o poi cambierò idea?
molto carino questo post! io credo che una persona creativa lo è e basta, anche quando fa l'impiegata trova il modo di esprimere la sua creatività!
RispondiEliminaE se non puo', farà quel che deve in ufficio, per lasciare spazio ai suoi talenti nel tempo libero...con gli amici, in famiglia...in ogni altra attività al di fuori dal luogo di lavoro..creerà per donare agli altri!ed il suo 'guadagno' sarà la soddisfazione e la gioia del suo creare!
Grazie Ste, hai ragione. La creatività in quanto tale è gioia ed è gioia anche donarla.
EliminaCome ti capisco, ma come come come!!!
RispondiEliminaCon la differenza che io dall'ufficio me ne sono andata, e dopo 2 anni di bimbi e solo bimbi comincio a scalciare un po'...
ciao!
Secondo me la soluzione ideale c'è eccome: il part-time! Peccato che nella mia azienda pronunciare questa parola sia severamente vietato...
Eliminahai proprio ragione il part time ti permette di conciliare davvero lavoro famiglia e hobby.
EliminaIo sono stata fortunata, alla nascita del mio primo figlio, dopo una dura battaglia sono riuscita ad ottenerlo.
Purtroppo le aziende sono molto chiuse in questo senso. E' un mondo ancora molto, troppo maschile, tra l'altro rigido e per restare in tema, privo di creatività. Se facessero uso di una sana dote di senso artistico si riuscirebbero a trovare ottime soluzioni, sia per l'azienda che per la persona...e la qualità del lavoro non potrebbe che trarne enormi benefici!