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domenica 13 marzo 2016

Una che c'è passata - 7 - Il transfer

Oggi sono passati otto giorni dal mio, di transfer. Sono ottimista ma anche terrorizzata, voglio solo che arrivi domani e andare a fare le beta. Sarà uno shock, in ogni caso. Tenete le dita incrociate per me!
Ora cerco di recuperare un po' di lucidità e raccontarvi cosa accade nel giorno più bello della PMA.

***

Avete superato la stimolazione e il pick up. Gli ovuli sono stati fecondati e sono pronti per essere rimessi nel loro ambiente. Dalla terza alla quinta giornata circa dopo il pick up, se tutto procede come dovrebbe, vi chiameranno per sottoporvi al transfer. L'agognato Transfer. Se siete fortunati e i vostri embrioni sono numerosi e stanno crescendo bene, li trasferiranno un po' più tardi, per dar loro il tempo di evolversi in blastocisti ed essere più robusti. Questa scelta, così come quali embrioni trasferire ed eventualmente quali congelare, non spetta a voi ma al laboratorio di biologia del vostro centro, fidatevi: è il loro mestiere.

Vi faranno accomodare in camera e vi chiederanno di prepararvi, indossando il vostro pigiama e rimanendo rigorosamente con la vescica piena (sigh). Vi faranno accomodare in sala come per il pick up, ma stavolta i visi saranno molto più distesi, a partire dal vostro. Vi interrogheranno sulle generalità vostre e del vostro compagno, per essere sicuri al 500% che gli embrioni pronti da trasferire siano proprio i vostri.

Il medico applicherà speculum e catetere, e se il vostro collo dell'utero è un po' meno barocco del mio, sarà una cosa molto rapida. Comunque indolore. L'ostetrica vi farà vedere nel monitor dell'ecografia, che stavolta vi faranno attraverso l'addome, la vescica e l'utero. Poi vedrete entrare il catetere e dal catetere vedrete uscire una nuvoletta di liquido contenente l'embrione (o gli embrioni, se più di uno). Sulla scelta se trasferire uno o due (rarissimamente tre) embrioni verrete consigliati ma la scelta finale spetterà a voi. Chiaramente se trasferite due embrioni al posto di uno c'è più probabilità che si instauri una gravidanza, ma dovete essere consapevoli che potrebbe essere anche una gravidanza gemellare.

Terminata la procedura il catetere viene rimosso, vi faranno rivestire e vi manderanno in camera per poco tempo, poi velocemente vi dimetteranno e potrete tornare a casa.

C'è chi per il transfer si commuove e si emoziona, il mio è stato talmente veloce che me ne sono resa conto a malapena!

Per il post transfer sentirete opinioni contrastanti circa le precauzioni da tenere. Alcuni protocolli prevedono la permanenza a letto con i piedi alzati per qualche giorno e raccomandano il risposo assoluto. C'è invece chi raccomanda di fare la solita vita, sport incluso. Secondo me la verità sta sempre nel mezzo. Tenendo conto che, se siete fortunati e c'è, questa non è una gravidanza alla quale siete arrivati naturalmente al primo colpo e senza difficoltà. Logico che se lavorate in miniera è meglio evitare. Come è meglio evitare grossi sforzi o strapazzi. Se volete riprendere subito la vostra attività lavorativa, potete farlo. Ma secondo me, se potete starvene tranquille sul divano per qualche giorno, e magari farvi venire a trovare da qualcuno per fare due chiacchiere, siete perfette. Poi se avete un lavoro tranquillo potete riprenderlo appena ve la sentite.
Io due giorni fa sono uscita per la prima volta a cena, in un posto dove avevamo la prenotazione, e purtroppo per errore non ci avevano tenuto il tavolo, così ci hanno fatto attendere un po'. Mi sono dovuta sedere perchè sentivo che stare in piedi era troppo, ma la serata è stata piacevole e lo rifarei. Sul riprendere il lavoro... sono felice di avere ancora qualche giorno di riposo, ne sento proprio il bisogno. In questo periodo non mi sento decisamente in formissima, e dormirei sempre. Che potrebbe anche essere un buon segno, chissà...

Per queste cose indubbiamente ci vuole fortuna. Sicuramente, molta fortuna. Se siamo arrivate fino a qui vuol dire che finora non ne abbiamo avuta molta, ma speriamo che la ruota finalmente giri!

lunedì 7 marzo 2016

Una che c'è passata - 1 - Che cos'è la PMA

Son qui che penso come sopravvivere nel momento più difficile della mia PMA: l'attesa dopo il transfer. Quel momento in cui signora, mi raccomando, vita di sempre ma anche signora, mi raccomando, riposo assoluto e qualsiasi cosa tu faccia, secondo l'opinione di qualcuno, sbaglierai. Quelle giornate di continui crampi uterini (uno forte stanotte sulla destra, che mi ha fatto sentire una fitta dal gomito al ginocchio, e un altro degno di nota stamattina sulla sinistra, intervallati da una continua sensazione di tiraemolla là dentro, che da una parte fa ben sperare, dall'altra è semplicemente spaventosa. Vorrei avere qui con me chi c'è già passato a dirmi tranquilla, andrà tutto bene, proprio com'è successo a me. Mi servirebbe una camomilla. Mi servirebbero le istruzioni per l'uso, mi servirebbe un manuale.

Così come mi sarebbe servito dall'inizio, del resto!

Ho deciso allora (anche per ingannare il tempo in modo divertente, lo ammetto) di fornire su questo blog uno strumento utile a chi sta vagliando la possibilità di ricorrere alla PMA. Io avrei tanto voluto trovarlo in rete, ma ciò che risultava dalle mie ricerche erano sempre schemini di tipo strettamente medico o resoconti di singole esperienze, a volte molto frammentati; sempre interessanti, ma nessuno esauriente rispetto agli interrogativi che avevo da risolvere.

Ciò che serviva a me era un suggerimento un po' più completo, soprattutto dal punto di vista pratico, ma anche emotivo, su come procedere lungo questo tortuoso cammino.
Molte informazioni le avevo trovate sul blog di Nina Cerca, che però purtroppo è stato chiuso da Nina ormai parecchio tempo fa. Non pretendo certo la sua popolarità e non è a questo che ambisco. Desidero invece redigere un manualetto sintetico, che metta a disposizione la mia esperienza a chi si trova ad approcciare lo stesso problema che è capitato a me.

Troverete i post dedicati a questo compendio contrassegnati dal tag Manualetto PMA.

Essendo il frutto della mia esperienza personale, va da sè che non sarà l'oro colato della PMA, quanto piuttosto come mi sono o mi sarei comportata io in questa situazione, talvolta col senno di poi.
Non pretendo certo di dare tutte le risposte alle vostre domande, non sono ne un medico ne un tecnico ma, a quelle che posso, lo faccio volentieri.

L'idea mi è venuta rispondendo alle email di diverse ragazze che mi hanno chiesto in privato qualche suggerimento; mi sono trovata molto gratificata nel poterle aiutare, perciò ho pensato di rendere pubblici i suggerimenti che ho dato a loro, e anche le altre informazioni che ho racimolato faticosamente in questi anni.

Se avete voglia, condividete le vostre esperienze nei commenti, sono molto gradite a me e saranno utili a chi passerà di qua per informarsi. Anche dubbi e domande, ovviamente, sono ben accetti!

Quindi cominciamo. Dall' ABC, ovviamente.

***

CHE COS'E' LA PMA

La procreazione medicalmente assistita (per gli amici solo procreazione assistita, o PMA) è un percorso terapeutico volto a far instaurare una gravidanza nelle coppie che non riescono ad ottenerla naturalmente.

Per come la vedo io, è una cura, un aiuto, così come una chemioterapia in caso di tumore o un antibiotico in caso di infezione.

Le tecniche di PMA sono diverse a seconda delle problematiche che vengono evidenziate (o che non vengono evidenziate) nella coppia e anche rispetto alla fretta che la coppia ha di ottenere la gravidanza. Ad esempio, una coppia con un'età maggiore avrà più fretta di ottenere una gravidanza, così come una coppia, magari anche giovanissima, che però sta facendo tentativi da molti anni e non ne può più di aspettare, potrebbe avere altrettanta fretta.

Queste tecniche si dividono in primo e secondo livello: con meno probabilità di successo ma meno invasive e quasi prive di complicanze quelle di primo livello, con più probabilità di successo ma più invasive e con possibili complicanze quelle di secondo livello. Le tecniche di primo livello sono inoltre molto meno costose di quelle di secondo livello.

Le tecniche di primo livello si riassumono fondamentalmente nella IUI (inseminazione intra uterina... ho scoperto recentemente che si legge ìui e non iùi, come dicevo io!), che io ho tentato a ottobre 2015, senza successo (trovate tutti i post sul blog etichettati con il tag IUI). Consiste nell'inserire all'interno dell'utero mediante un catetere (completamente indolore) il liquido seminale raccolto il giorno stesso tramite masturbazione e trattato in modo da essere "potenziato" rispetto alla sua condizione naturale. Questo avviene nel periodo dell'ovulazione, che può essere spontanea o indotta con farmaci (iniezioni sottocute di ormone follicolo stimolante FSH, nome commerciale Gonal F, Puregon ecc) che si iniziano in un momento indicato dal medico dopo la comparsa del ciclo mestruale e si assumono tutti i giorni fino a poco prima dell'ovulazione, che viene indotta in un momento preciso tramite una sola iniezione sottocute di gonadotropina corionica HCG (nome commerciale Gonasi, Ovitrelle ecc) che deve essere fatta in un giorno e in un orario precisissimo indicato dal medico, 36 ore esatte prima dell'inseminazione. La stimolazione farmacologica nella donna in questo caso è minore poichè finalizzata alla produzione di massimo 3 ovociti maturi, pena la sospensione del trattamento stesso (o la sua conversione in un trattamento di secondo livello) per scongiurare il rischio di gravidanze plurigemellari, piuttosto comuni agli albori della fecondazione assistita, oggi estremamente rare.

Le tecniche di secondo livello sono più numerose, ma si riassumono nella FIVET (fecondazione in vitro, che sta per fertilization vitrum embryo transfer) e nella sua versione leggermente più "spinta", la ICSI (intracytoplasmic sperm injection), come quella che sto effettuando io adesso (trovate tutti i post nel blog etichettati con il tag ICSI). Le tecniche di secondo livello prevedono sempre una stimolazione farmacologica simile a quella che si esegue spesso per le tecniche di primo livello, ma con un dosaggio maggiore, volto alla produzione di un numero più alto di ovociti maturi (da 5 a 18 circa), poichè nelle tecniche di secondo livello essi vengono prelevati dalle ovaie dalla donna tramite un piccolo intervento che si chiama pick up e inseminati in laboratorio. Se, fecondando gli ovociti, verranno prodotti più embrioni di quelli che sono necessari per il ciclo di fecondazione assistita in corso, quelli in sovrannumero potranno essere congelati e saranno utilizzabili per eventuali cicli successivi, che non richiederanno ne stimolazione farmacologica per la donna ne raccolta di nuovo liquido seminale. Dopo qualche giorno dal pick up (3-6 giorni circa) viene effettuato l'embryo transfer (trasferimento dello/degli embrioni, solo transfer per gli amici) e uno o più embrioni (generalmente 1 o 2, massimo 3) vengono posizionati nell'utero, con la stessa procedura indolore con cui viene inserito nella donna il liquido seminale trattato nella procedura IUI.
FIVET e ICSI si differenziano per il metodo con cui vengono inseminati gli ovuli: nella FIVET tradizionale è lo spermatozoo che da solo deve entrare nell'ovocita, mentre nella ICSI viene "sbucciato" l'ovocita della sua membrana esterna e lo spermatozoo viene iniettato direttamente al suo interno. L'ICSI nasce infatti come soluzione ai casi in cui gli spermatozoi conformi sono pochi o poco vitali, in modo da poter selezionare quelli migliori e con essi inseminare gli ovuli. Inoltre, in questa tecnica, è previsto che i gameti maschili possano essere prelevati sia tramite masturbazione nella giornata del pick up, come nelle tecniche di primo livello, ma anche chirurgicamente (tecniche MESA PESA TESE TESA) laddove ce ne fosse la necessità a causa di varie problematiche maschili, sulle quali però non mi dilungherò. Della ICSI esiste anche la variante IMSI, che prevede una selezione più rigorosa degli spermatozoi da utilizzare.
Attualmente, la ICSI viene di solito preferita alla FIVET anche in caso di buone caratteristiche del liquido seminale, poichè ha una percentuale migliore di fecondazione corretta degli ovociti (già che tutto si trova in laboratorio... fatto 30 si fa 31!). Gli ovociti infatti è molto probabile che non si fecondino tutti, e non è detto che quelli fecondati si sviluppino in modo conforme ad essere utilizzati. A grandi linee possiamo immaginare che gli embrioni idonei ad essere utilizzati possano essere numericamente circa dal 50% all'80% degli ovociti conformi prelevati durante il pick up (e non è detto che quelli prelevati siano tutti conformi). Quindi meglio optare per la tecnica che ci fa rischiare di sprecarne meno, ovvero la ICSI.

Si parla di PMA omologa quando sia i gameti maschili che femminili sono quelli dei componenti della coppia, mentre invece si tratta di PMA eterologa quando o i gameti maschili o quelli femminili o entrambi derivano da donatori. Ci sono molti casi diversi per cui si ricorre alla PMA eterologa, i più frequenti sono quando la donna ha esaurito la riserva ovarica, quando il liquido seminale non è di buona qualità, quando l'età è avanzata o sono presenti delle patologie, quando si hanno ripetuti fallimenti con la PMA omologa o in caso di donne single o coppie omosessuali.

Percentuali di successo delle tecniche di PMA: la scienza sta facendo passi da gigante in questo campo e ogni anno ci sono grandi miglioramenti, possiamo affermare che le percentuali di successo possano nel 2016 essere verosimilmente: 8-12% per ogni ciclo IUI e 30-35% per ogni embrione trasferito da fresco ottenuto con FIVET/ICSI (la percentuale di riuscita in caso di embrione trasferito da scongelato è leggermente più alta, ma non tutti gli embrioni conformi congelati sopravvivono e restano conformi ad essere utilizzati dopo lo scongelamento).
NB questi dati sono quelli che hanno riferito a noi, quindi relativi a un'età poco superiore ai 30 anni. Ovviamente le percentuali di riuscita scendono progressivamente con l'età, fino ad abbassarsi moltissimo dopo i 43-45 anni.
Se fate una ricerca, sappiate che in rete si trovano numeri piuttosto diversi, talvolta anche perchè molto vecchi, io ho piacere di riferirvi questi poichè sono aggiornatissimi e sono stati indicati a noi da dei medici, non da Google... ma non pretendo che siano perfettamente esatti! Prendeteli come un riferimento, non come la Verità.
E' importante specificare anche che le percentuali "di successo" indicano il fatto che si instauri una gravidanza, non che la stessa venga poi portata a termine. Sono purtroppo due cose molto diverse...

Al termine del ciclo di fecondazione assistita, si ritiene infatti che la gravidanza eventualmente instaurata sia fisiologica (ovvero del tutto normale e non a rischio) e avrà le stesse probabilità di una gravidanza spontanea di essere portata a termine (diversa è la situazione -meno comune- di una gravidanza gemellare: questa viene sempre infatti considerata una gravidanza a rischio, sia essa ottenuta naturalmente o con PMA).

In generale credo però che sia normale e umano desiderare di concedersi qualche attenzione in più in gravidanza se si è ricorsi alla PMA, non tanto perchè un feto abbia più o meno valore di un altro, il loro valore è sempre uguale, quanto per l'iter faticoso e a volte lunghissimo (di solito anni) che ha portato una coppia ad arrivare a una gravidanza tramite PMA, e al desiderio di cercare di favorire le cose il più possibile, ma anche di sentirsi con la coscienza a posto nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto.

Nei prossimi capitoli di questo manualetto troverete le varie fasi che compongono i cicli di PMA e i miei suggerimenti in merito, dalla decisione di ricorrervi fino al transfer. Spero davvero possano esservi utili, buona lettura.

La prossima puntata del Manualetto: Aiuto! Non rimango incinta.