Ah perché adesso tutti aprono un blog…!
[ Disse con aria contrariata, superiore e stizzita.]
Sì mamma, ormai sono moltissime le persone che aprono un blog. E magari non tutti sono interessanti da leggere, ben impaginati o ben scritti. Ovvio, se uno scrive sotto sotto desidera che qualcuno lo legga. Se poi pubblica, beh.
Ma non è che tu sia costretta a leggere se non vuoi. Nemmeno a me piacciono tutti i blog in cui mi imbatto, anzi. Ma nessuno mi ha mai puntato una pistola alla testa per leggere quello che non mi andava, giuro. Lo so bene che non condividi nessuna tendenza social, che non approvi il fatto che le persone mettano in piazza gli affari propri, so che ti senti urtata da questo mondo di condivisione. Ma non c’è nulla di male se qualcuno si accorge di trarre un beneficio dall’espressione scritta di sé. Se metter nero su bianco quello che gli passa per la testa lo fa sentire meglio o gli permette di capire. Se anziché annoiare amici e famigliari con argomenti che non li riguardano e non li interessano, sceglie consapevolmente di interfacciarsi con chi in un certo senso popola il suo stesso mondo. E’ vero che si rischia di isolarsi. E’ vero che si rischia di imbattersi in persone che hanno una finta identità. E’ vero che non si devono trascurare le amicizie tradizionali per stare dietro a quelle virtuali. E’ vero che poi se parli con qualcuno conosciuto on line non sai quasi mai chi sia veramente. E’ tutto vero. Ci vuole solo del buon senso.
Alla fine un blog è uno strumento come tanti. Se si decide di usarlo, bisogna avere l’accortezza di farlo a proprio beneficio. Stare attenti a non farsi male. Ma sono caratteristiche comuni a moltissimi strumenti. Per quanto mi riguarda, trovo che questo blog sia per me particolarmente fruttuoso. Mi aiuta a fermarmi cinque minuti a riflettere, a mettere insieme le idee, che diversamente resterebbero più ingarbugliate e nebulose.
Mi da la possibilità di rileggermi, di comprendere meglio il mio percorso, io che sono distratta e dimenticona. Mi ha regalato conoscenze preziose e condivisioni emozionanti, che io ritengo essere profondamente vere e sincere.
E se dovessi sbagliarmi pazienza, mi hanno comunque arricchita. Questo blog è anonimo e non a caso. L’anonimato è per me garanzia di libera espressione e assicurazione di anonimato anche delle persone che cito, che mi sembra assolutamente doveroso mantenere. L’anonimato mi permette anche di non essere rintracciata da chi non gradisco che legga queste pagine. Come per esempio te, mamma. Che non capiresti e non approveresti. E io non avrei nessuna voglia di sprecare energie per tentare disperatamente di spiegarti qualcosa che non potresti comprendere.
Poi ci sono le amiche tradizionali che sono a conoscenza di questo spazio e lo frequentano. Quelle che scelgono di commentare sul blog e quelle di persona. E quelle che non commentano. Ma so che ci sono. E mi fa piacere che ci siano. Perché so che se si stanno facendo un after dei miei blablabla lo stanno facendo perché sono interessate, e non perché le ho costrette io. Poi ci sono quelle che qui non vengono. E mi fa ugualmente piacere! Per le stesse identiche ragioni.
Quindi sì, mamma, anche tua figlia ha un blog. Ahahah. Ah.
Visualizzazione post con etichetta mia madre. Mostra tutti i post
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venerdì 5 dicembre 2014
lunedì 9 dicembre 2013
Il miglior regalo
Una delle ultime mostruosità post ristrutturazione erano gli scatoloni da svuotare rimasti. Impolverati. Dal contenuto assortito. Pesantissimi. Pile e pile di scatoloni. Un muro, per la verità. E tutto il caos che vi regnava attorno. Vi avevo accennato qui di quanto mi sentissi oppressa dal disordine che riuscivo a debellare solo piano piano.
All'inizio del mese Lui aveva degli impegni a Roma e io l'ho seguito. Ho colto l'occasione per staccare, camminare moltissimo (come faccio sempre quanto mi trovo a fare la turista solitaria) e godermi frizzanti cieli blu.
Al nostro ritorno.... non ci potevamo credere. Mia madre ha organizzato una task force che ha finito il lavoro rimasto. Una sorpresa! Tutto lucido e al suo posto. Anche le inutility che giacevano nei cartoni in attesa del loro turno. Ci ha preso addirittura i ciclamini che io desideravo tanto, ma mi sentivo ridicola a mettere dei fiori con ancora tutto quel casino.
A noi non è rimasto che fare l'albero di Natale. Un sogno, davvero.
Grazie mamma. Quando ti impegni sei la numero uno.
All'inizio del mese Lui aveva degli impegni a Roma e io l'ho seguito. Ho colto l'occasione per staccare, camminare moltissimo (come faccio sempre quanto mi trovo a fare la turista solitaria) e godermi frizzanti cieli blu.
Al nostro ritorno.... non ci potevamo credere. Mia madre ha organizzato una task force che ha finito il lavoro rimasto. Una sorpresa! Tutto lucido e al suo posto. Anche le inutility che giacevano nei cartoni in attesa del loro turno. Ci ha preso addirittura i ciclamini che io desideravo tanto, ma mi sentivo ridicola a mettere dei fiori con ancora tutto quel casino.
A noi non è rimasto che fare l'albero di Natale. Un sogno, davvero.
Grazie mamma. Quando ti impegni sei la numero uno.
martedì 7 maggio 2013
Di trine, merletti e cambiamenti
Mia nonna prende spesso in giro mia mamma perchè col tempo ha cambiato i suoi gusti in fatto di arredamento:
Glie lo dicevo io, che nel corredo qualche pizzo CI VUOLE.
Lei, macchè, tutto righe e quadretti! Guai un merletto! Neanche l'orlo a giorno!
Adesso invece...
E' vero. Quando si sposò, mia madre aveva arredato una casa che era... come posso descrivervi... giallo sparato dappertutto, geometrie, design e tanta allegria. L'insieme forse aveva un gusto diverso da quello che avrebbe oggi. Oggi è più classicona - bon ton... Ma ci sta.
Quella fluo col poster con la ricetta della Piña Colada in cucina, che era la stessa che aveva scelto delle meravigliose mattonelle bianco ottico, era evidente che non avesse mai lavato un pavimento in vita sua. Aveva vent'anni, e a pensarci ora mi fa anche un po' tenerezza.
Quella di oggi, ha imparato che i pavimenti non omogenei sono un po' meno complicati da gestire, ma si compra il divano più scomodo del mondo soltanto perchè è tremendamente bello. Quella di oggi è sempre la ventenne perfettamente inserita nella mejo anniottantezza, soltanto che nel frattempo è un po' cresciuta. Ha imparato ad apprezzare cose che un tempo snobbava, ma resta sempre lei.
Io non accolgo i cambiamenti esattamente a braccia aperte. Anzi, una certa ansia me la procurano. Sia i cambiamenti attorno a me che quelli dentro di me. Ho però imparato che crescere vuol dire arricchirsi e, inevitabilmente, cambiare. Non c'è niente di male.
Nonna non ti arrabbiare, la mamma ha la fortuna di apprezzare nel tempo cose diverse. Vorrei essere capace di fare altrettanto, con altrettanta scioltezza. il mio istinto sarebbe invece quello di accumulare e stratificare tutto. Faccio fatica a cambiare gli arredi, disfarmi degli oggetti. Spesso mi spiace separarmi da qualcosa che mi porta alla mente un ricordo. Eppure so che va tutto bene, che è normale. Che non succede niente. Però queste giornate di riempimento di grandi sacchi di cose da eliminare mi fanno uno strano effetto. Anche liberatorio, non lo nego, però strano.
Glie lo dicevo io, che nel corredo qualche pizzo CI VUOLE.
Lei, macchè, tutto righe e quadretti! Guai un merletto! Neanche l'orlo a giorno!
Adesso invece...
E' vero. Quando si sposò, mia madre aveva arredato una casa che era... come posso descrivervi... giallo sparato dappertutto, geometrie, design e tanta allegria. L'insieme forse aveva un gusto diverso da quello che avrebbe oggi. Oggi è più classicona - bon ton... Ma ci sta.
Quella fluo col poster con la ricetta della Piña Colada in cucina, che era la stessa che aveva scelto delle meravigliose mattonelle bianco ottico, era evidente che non avesse mai lavato un pavimento in vita sua. Aveva vent'anni, e a pensarci ora mi fa anche un po' tenerezza.
Quella di oggi, ha imparato che i pavimenti non omogenei sono un po' meno complicati da gestire, ma si compra il divano più scomodo del mondo soltanto perchè è tremendamente bello. Quella di oggi è sempre la ventenne perfettamente inserita nella mejo anniottantezza, soltanto che nel frattempo è un po' cresciuta. Ha imparato ad apprezzare cose che un tempo snobbava, ma resta sempre lei.
Io non accolgo i cambiamenti esattamente a braccia aperte. Anzi, una certa ansia me la procurano. Sia i cambiamenti attorno a me che quelli dentro di me. Ho però imparato che crescere vuol dire arricchirsi e, inevitabilmente, cambiare. Non c'è niente di male.
Nonna non ti arrabbiare, la mamma ha la fortuna di apprezzare nel tempo cose diverse. Vorrei essere capace di fare altrettanto, con altrettanta scioltezza. il mio istinto sarebbe invece quello di accumulare e stratificare tutto. Faccio fatica a cambiare gli arredi, disfarmi degli oggetti. Spesso mi spiace separarmi da qualcosa che mi porta alla mente un ricordo. Eppure so che va tutto bene, che è normale. Che non succede niente. Però queste giornate di riempimento di grandi sacchi di cose da eliminare mi fanno uno strano effetto. Anche liberatorio, non lo nego, però strano.
martedì 19 marzo 2013
Rossa

Dov’eravamo rimasti? Dieta, palestra… Ahahaahahh! Ma quando mai?! Il tempo continua a scarseggiare e con esso la voglia. Ma una cosa l’ho fatta: mi sono concessa qualche coccola davvero gradita e mi sto godendo le conseguenze, ovvero l’impressione di essermi sufficientemente allontanata dall’orlo del baratro che poco fa sentivo quasi sotto i piedi e mi dava le vertigini.
Complice la cugina di Lui, parrucchiera, e la di Lui sorella che insieme (senza troppo sforzo devo dire) mi hanno convinta, in un sabato pomeriggio qualunque ho detto addio (?) al mio castano naturale-sempre-uguale e ho ceduto alla tentazione di cambiare.
Mi sono fatta rossa.
Cioè, questo è quello che sembra a me, in realtà ho fatto un leggero riflesso di castano cioccolato ramato qualcosa con una goccia di arancione… che, insomma, tende al rosso. Mi vedo allo specchio e stento a riconoscermi! Ed è veramente assurdo, considerata l’entità del cambiamento (per darvi un’idea, mia madre non se n’era nemmeno accorta).
Ma l’importante è essere soddisfatta, sentirmi bene, essere finalmente in sintonia con questo bel sole che c’è fuori. Forse qualcuno s’era accorto che stavo
Magari non era esattamente come avevo immaginato di venirne fuori ma il risultato mi soddisfa. A volte improvvisare da buoni risultati.
domenica 3 marzo 2013
Pessimo, pessimo umore.
Pessima domenica.
Una volta che ci svegliamo a mezzogiorno fuori splende il sole. E noi non usciamo.
Ciclo. Annessi e connessi. Scazzo cosmico. Mal di testa.
Ieri ho litigato con mia mamma perchè non riesce a smettere di essere invadente e giudicarmi e non mi è ancora passata.
Rischio di litigare con tutto il resto del mondo per l'umore nero che ne consegue.
Cose tristi qua e là.
Il pomeriggio passato fra lavatrici e pulizie.
Oggi ho solo voglia di piangere. Vi prometto che però domani passa.
Una volta che ci svegliamo a mezzogiorno fuori splende il sole. E noi non usciamo.
Ciclo. Annessi e connessi. Scazzo cosmico. Mal di testa.
Ieri ho litigato con mia mamma perchè non riesce a smettere di essere invadente e giudicarmi e non mi è ancora passata.
Rischio di litigare con tutto il resto del mondo per l'umore nero che ne consegue.
Cose tristi qua e là.
Il pomeriggio passato fra lavatrici e pulizie.
Oggi ho solo voglia di piangere. Vi prometto che però domani passa.
sabato 29 settembre 2012
Abbastanza
Mia madre è il mio unico vero problema. Sono fortunata vero? Alla fine "finchè c'è la salute"...
E invece no. Perchè io per lei non sarò mai abbastanza. Abbastanza brava, bella, furba, intelligente, volenterosa, impegnata... e metteteci quello che vi viene in mente perchè di sicuro ci prendete. Non importa se sono sempre andata bene a scuola e non ho mai combinato casini, mi sono laureata in punto come un orologio con voti decorosi, se sono qui caruccia caruccia col mio lavoro e il mio maritino e ci vogliamo tanto bene e facciamo la vita più ordinaria e mamma-media-accettabile del mondo. Lei non mi darà mai soddisfazione.
Il (mio) problema è che in quasi trent'anni che ci penso su, non sono ancora riuscita a fregarmene, a passare oltre, a recidere sto benedetto cordone ombelicale. Anche se so che sarebbe la cosa giusta da fare. Nonostante gli anni che passano, lei continua ad avermi in pugno perchè, alla fine, a me la sua opinione interessa, il suo appoggio mi serve, sono ancora qui che cerco di essere all'altezza delle sue aspettative anche se so in partenza che non riuscirò mai a soddisfarle. Sono ancora in quella fase in cui una discreta fetta del mio benessere dipende dalla sua approvazione e questo è molto, molto grave.
Oggi abbiamo discusso a proposito della ristrutturazione della casa gialla, che non è solo mia ma della mia famiglia, e ovviamente siamo riuscite a battibeccare per cose di cui non c'era assolutamente bisogno. Mi sono sentita disconosciuta, la mia opinione in quel momento era come se non esistesse.
E' stato molto frustrante. Come sempre.
E io, invece di fare spallucce e aspettare che le passasse (perchè prima o poi le passa sempre) sono qui appollaiata sul divano che trangugio cose a caso e non risolvo niente. Come si fa a uscire da questa situazione? Voi lo sapete? No perchè se avete un consiglio io son qua che ascolto con due orecchie grosse così.
E invece no. Perchè io per lei non sarò mai abbastanza. Abbastanza brava, bella, furba, intelligente, volenterosa, impegnata... e metteteci quello che vi viene in mente perchè di sicuro ci prendete. Non importa se sono sempre andata bene a scuola e non ho mai combinato casini, mi sono laureata in punto come un orologio con voti decorosi, se sono qui caruccia caruccia col mio lavoro e il mio maritino e ci vogliamo tanto bene e facciamo la vita più ordinaria e mamma-media-accettabile del mondo. Lei non mi darà mai soddisfazione.
Il (mio) problema è che in quasi trent'anni che ci penso su, non sono ancora riuscita a fregarmene, a passare oltre, a recidere sto benedetto cordone ombelicale. Anche se so che sarebbe la cosa giusta da fare. Nonostante gli anni che passano, lei continua ad avermi in pugno perchè, alla fine, a me la sua opinione interessa, il suo appoggio mi serve, sono ancora qui che cerco di essere all'altezza delle sue aspettative anche se so in partenza che non riuscirò mai a soddisfarle. Sono ancora in quella fase in cui una discreta fetta del mio benessere dipende dalla sua approvazione e questo è molto, molto grave.
Oggi abbiamo discusso a proposito della ristrutturazione della casa gialla, che non è solo mia ma della mia famiglia, e ovviamente siamo riuscite a battibeccare per cose di cui non c'era assolutamente bisogno. Mi sono sentita disconosciuta, la mia opinione in quel momento era come se non esistesse.
E' stato molto frustrante. Come sempre.
E io, invece di fare spallucce e aspettare che le passasse (perchè prima o poi le passa sempre) sono qui appollaiata sul divano che trangugio cose a caso e non risolvo niente. Come si fa a uscire da questa situazione? Voi lo sapete? No perchè se avete un consiglio io son qua che ascolto con due orecchie grosse così.
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