Visualizzazione post con etichetta incastrata. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta incastrata. Mostra tutti i post

venerdì 31 luglio 2015

Riflessione del venerdì pomeriggio [post gentilmente offerto dal pulcino Calimero]


La giornata perfetta a coronamento di una settimana di merda vera.

Soprattutto lavorativamente parlando, ma non solo. Casini su casini su casini.

Groppo in gola perenne e l’ascella irrimediabilmente crollata, come da manuale fantozziano. Il pranzo saltato, la pressione bassa e la sensazione di testa leggera. Il brufolo completamente fuori controllo (IL?!?) e i capelli mocio vileda style. Le visioni mistiche dell’insalata di riso avanzata ieri che mi aspettava a casa per pranzo e che ormai sarà la mia merenda aperitivo cena.

L’ultimo giorno di luglio, il mio mese preferito che anche quest’anno si è volatilizzato nel nulla fra superlavoro, problemi, stanchezza e nervosismo. E un pensiero. Che mi attraversa la mente come un lampo. 


In questi ultimi 12 mesi, stringi stringi, non hai combinato niente.

Niente di niente. 30 anni e mezzo e ancora un figlio non so se ce l’avrò. Ho fattocose & vistogente, certo, ma la meta la vedo ancora lontana. Se un anno fa avessi saputo che in altri dodici mesi sarebbe andata così, mi sarei abbandonata a una crisi di pianto isterico. Io che non piango mai. 


E mi viene voglia di piangere anche adesso, anche se non lo farò. Mi sento alla deriva, sola, in balìa della tempesta, profondamente incompresa dagli altri che, la tempesta, o non la vedono proprio o fanno finta che non ci sia. So bene che me la caverò ma in questo momento è davvero dura.  E come sempre non ho molte valvole di sfogo. Pure il corso di yoga riprenderà solo a settembre e a casa non ho la costanza di praticare regolarmente. Quello mi avrebbe fatto bene. Oppure ci sarebbe voluta una cospicua sessione di shopping, ma non ho voluto concedermi nemmeno quello. A meno che il veterinario, il gommista e il necessario rinnovamento del parco intimo in cotone da tutti i giorni non si possano catalogare come shopping. 
Ciliegina sulla torta: sono anche ingrassata! 

Avrei un bisogno profondo di essere coccolata e custodita con attenzioni speciali. Della mano sulla spalla di qualcuno che mi dicesse non preoccuparti, ci sono io, non pensare a niente, andrà tutto bene. Mi servirebbe un'ubriacatura di quelle sensazioni che si hanno quando si è piccoli e si è confortati nel lasciarsi guidare. Quando mia madre mi faceva la doccia, mi avvolgeva in un grande asciugamano e mi metteva sul divano a vedere Giochi Senza Frontiere. Quando andavi in tandem e potevi guardare in giro, anzichè fare attenzione a dove andavi. Quando mia nonna mi preparava la banana con lo zucchero e il limone nel piattino marrone della tazza da te. Quando mio padre si tuffava in acqua prima di me. Come quando Lui mi prepara la vasca da bagno e le candele accese. O quando un'amica ti fa un regalino senza motivo e ti dice "l'ho visto e ho pensato proprio a te".

In questo periodo mi manca tantissimo mia suocera. Più del solito. Lei avrebbe saputo ascoltare, accogliere, consolare. E non ultimo abbracciare. Lei manca sempre, ma nei momenti molto belli o molto brutti, ancora di più. 
L'ho trovata recentemente negli occhi di sua madre, con piacere, ma non è la stessa cosa.

La stanchezza è indubbiamente tanta, diamo la colpa a lei di tutto il malumore, o almeno di una gran parte.  Peccato però che le ferie siano ancora un miraggio lontano e che si debbano per forza stringere i denti. Ancora. 

Non è la morte di nessuno, me ne rendo perfettamente conto. Ma le affinità fra la morte e la non-vita sono più di quelle che si possano pensare. 

Spero di ritrovare presto la mia lucidità. E il consueto buon umore. 
Non mi riconosco molto in questo vaneggiare depresso.

Intanto frugo qua in giro e cerco la scatola del magnesio, quella almeno dovrei riuscire a trovarla in fretta. Mi farà bene.

giovedì 31 ottobre 2013

I had a dream - il mio nonHalloween


Oggi son proprio contenta. Ho fatto ciò che desideravo e me lo son goduto con voluttuoso egoismo. Ho preso un giorno di ferie. Ma non un giorno di ferie qualunque, no. Un giorno pre-ponte, roba grossa. Mi sono alzata lo stesso di buon’ora, ho fatto una meravigliosa colazione con calma, osservando il sole che si faceva lentamente spazio tra la nebbia. Ho fatto una profonda pulizia del viso con il mio nuovo Visapure fiammante e mi sono anche concessa una maschera. Mi sono truccata felice sapendo che di lì a poco sarei andata dal parrucchiere a rinnovare il mio celeberrimo riflesso rosso. Ho usato i colori che lo faranno risaltare di più, sono proprio soddisfatta. E le sopracciglia mi sono venute divinamente. Che poi non di dica in giro che ho sprecato giornate intere a studiare i consigli delle guru di You Tube.
Sono stata dal parrucchiere che mi ha coccolata, colorata e phonata, fra una chiacchiera e l’altra, con in sottofondo il nuovo cd di Katy Perry. Sono uscita appena in tempo per prendere un aperitivo in centro con la mia amica A., che non vedevo da tantissimo e con la quale avevo davvero necessità di fare un aggiornamento intensivo. Sono stata a pranzo da mia madre che, non ho davvero capito come mai, mi aveva fatto una sorpresa: mi ha regalato una borsa! Ma non UNA borsa… LA borsa che è un po’ che stavo puntando. E ha indovinato anche il colore!!! Sono commossa. Non so davvero come ringraziarla. Prima di tornare a casa ne ho approfittato per fare un giretto per negozi, che il sole di questo lungo autunno ancora non si sa per quanto potrà durare. Alla fine ho preso qualche cosina, ma nulla di importante. Ho preferito risparmiare per quel weekendino in montagna che io e Lui vorremmo tanto farci appena arriverà un po’ di neve…

Accidenti, si è fatto tardi! Salto in macchina e corro a casa. Arrivo appena in tempo all’appuntamento col tappezziere che mi deve riconsegnare il divano dopo averlo foderato di nuovo. Sono felicissima! Sembra proprio un divano nuovo. Non vedevo l’ora di vederlo sistemato. Senza coperture era terribilmente triste… si intravedeva la piuma dei cuscini che creava uno strano effetto a cerchiolini sotto le fodere ed ero sempre sull’orlo di una crisi di nervi per tenerlo coperto con dei teli in una qualche maniera. Ora invece ci siamo! Così sì che mi piace. Speriamo che il gatto non lo confonda più col suo tiragraffi…

Con la casa perfettamente pulita, il divano rivestito e le tende mi sembra finalmente di essere “arrivata”, dopo oltre un anno di lavoretti, lavoroni e ristrutturazioni più o meno di ogni angolo… sono proprio felice! Per non sentirmi troppo in colpa per la giornata di cazzeggio di svago più totale, decido di preparare il borsone e andare in palestra. Oggi esagero: doppio turno. Zumba poi yoga. 

Ci voleva proprio. Stasera sono un’altra. Non avete idea. Mi addormento felice fra una riga e l’altra di uncinetto, fantasticando sul massaggio che ho prenotato per domani sera con un buono che mi hanno regalato…

***

Ci siete cascati? Dai, almeno un pochino… io mentre scrivevo a tratti ci ho anche creduto. Perdonatemi, ma avevo bisogno di farlo, di assaporare un pochino quella sensazione. Purtroppo praticamente nulla di quello che ho scritto corrisponde a verità. Ho lavorato di fantasia.

In realtà sono incavolata nera. Ho passato una di quelle settimane bige che speri solo che finiscano in fretta. E dannazione non va bene quando speri che il tuo tempo trascorra in fretta, perché non torna più! Ho sempre sostenuto che ognuno sia responsabile della propria felicità e io in questo periodo in materia faccio schifo. Andrei rimandata, se non bocciata addirittura. 

Non capisco bene cos’è che mi rode così tanto, visto che poi, alla fine, problemi grossi non ne ho. Vorrei un figlio e non arriva. No vabbè, ok, ormai l’ho detto… ma non sono incavolata per questo. Al massimo un po’ preoccupata, ma non disperata. Non so se dipenda dallo stress, dal meteo, dall’aver bucato le mutande portafortuna che mi ha regalato l’altra amica A. o, semplicemente, dal fatto che le cose arrivano quando arrivano e basta. Ma lo capisco. Queste tempistiche non erano quelle che avevo sperato, ma posso ancora accettarle anche se ne sono dispiaciuta.

Però sono incavolata. E frustrata. E soffocata. Il motivo principale credo sia un altro, più di tutto dal tempo che mi manca. Non ho il tempo per fare tutto quello che vorrei.
E in questo momento di cose ne vorrei fare tantissime. Mi sembra di avere così tanto da dare e non riuscirci è come se mi risucchiasse in un vortice melmoso dal quale non ho scampo. 

Vedo un progetto creativo carino ma la mia craft room è ancora il delirio più totale. 
Leggo di un’esperienza simpatica e istruttiva da fare con i bambini, mi piacerebbe metterla in pratica e non saprei con chi… Mi sono ridotta a supplicare un mio amico di fare da babysitter alle sue figlie. Non so se mi ha preso sul serio come avrei voluto.
 
Vorrei dedicarmi di più e meglio a Lui, magari andare insieme da qualche parte e starcene un po’ da soli. Ma quando? Lui lavora moltissimo e io attualmente sento il dovere morale di utilizzare tutto il mio tempo libero e le mie risorse per la casa. Vorrei passare molto più tempo con la mia famiglia ma vedo tutti pochissimo e attualmente non sono in grado di essere per loro quello che vorrei. Mi sento tanto in debito con tutti. Vorrei rendermi utile, chiacchierare, essere di compagnia, regalare tempo, oggetti, azioni. Ma proprio non ne ho la possibilità, non c’è verso.

E'che c’ho un po’ la sindrome di Calimero. Sono qui a sgonfiarmi su me stessa e a incatenarmi da sola dentro un processo che non mi piace neanche un po’. Mi sto antipatica quando faccio così. Però so che poi mi passa. Eeeeh se mi passa.

domenica 27 gennaio 2013

Incastrata

E' proprio strano quando la vita che hai tanto immaginato un giorno arriva. Io sono una sognatrice, una che di notte sta sveglia ad immaginare. Pianifico tutto più e più volte, poi finisce sempre che improvviso. Mi piace cullarmi a pensare come sarà... come vorrei che fosse... non sempre indovino, ma è lo stesso. 

Il piacere è doppio: fantasticare e vivere.

Oggi è strano sentirmi incastrata in qualcosa che non avevo previsto. Rimandare necessariamente questa maternità per me così desiderata la vivo come una violenza. Eppure capisco che sia la scelta più giusta dal punto di vista razionale. 

Il cuore da una parte e la testa dall'altra.

Mi auguro spesso che capiti per sbaglio... spero sempre che succeda quell'incidente che dieci anni fa mi avrebbe incasinato la vita. Non è molto maturo, me ne rendo conto... ma se succedesse in questo modo sarebbe comunque una cosa meravigliosa.

Eppure non è giunto il momento di procedere intenzionalmente. Nonostante quanto questo significhi per me. Nonostante il mio orologio biologico mi stia supplicando in ginocchio di darmi una mossa. Nonostante io abbia sempre immaginato di avere due figli prima dei trent'anni. Nonostante io mi senta uno schifo per tutti quelli che di figli non ne possono avere e non possono permettersi il lusso di queste pianificazioni. Che poi, parliamone, chi mi dice che noi abbiamo tutte le carte in regola?

Ho la fortissima sensazione di star perdendo tempo. E mi innervosisce terribilmente. Eppure abbiamo altre urgenze, altre priorità, che per almeno sei mesi ci terranno impegnati. Sei mesi... cosa sono sei mesi? Quanto durano? Tanto? Poco? Sono una scema a lamentarmi per soli sei mesi? Nella mia testa sono un'era geologica. Poi dove sta scritto che tra sei mesi istantaneamente si compia la magia?

Sono tutti mesi in più che mi separano dal conoscere mio figlio. Tutti mesi della mia vita che non vivrò con lui. Mesi in cui so di star facendo tanti progetti che sono finalizzati proprio all'allargamento della famiglia... che però a pelle mi sembrano persi.

Sono un po' triste oggi, scusatemi. Vorrei ma non posso. E questo mi fa tanto arrabbiare.