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mercoledì 21 gennaio 2015

Incontri felici

credits jimmychoo.com


All'università mi proposero di fare uno stage presso una rinomata multinazionale. Come scrissi sulla mia tesi, il nome del loro prodotto pare sia la parola più conosciuta al mondo dopo OK. Ero entusiasta. Non avevo mai fatto un lavoro vero in un ufficio. Si scusarono perchè non era previsto un compenso, c'erano solo il buono pasto e le bevande gratis, ma a me già così sembrava l'America. Ero un po' in ansia... come sarebbero stati i colleghi? E il capo? Sarei stata all'altezza? Avevo tipo 21 anni ma me la facevo sotto. Il giorno prima di cominciare, avevo caricato mia nonna in macchina ed ero andata fino al posto dove avrei lavorato, per essere sicura di saperci arrivare da sola. C'era un po' di strada da fare e io non ero abituata. Mi accolse il mio primo giorno CM, donna minuta e morettina, con una voce dolce e pazienza da vendere a casse al mercato. Mi spiegò per filo e per segno cosa dovevo fare, si mostrò oltremodo disponibile per tutto il tempo dello stage e, quando il mio orario terminava, si assicurava sempre che non rimanessi oltre. Avevo l'ufficio più torrido della pianura padana ma vedevo le montagne. E' stato un bellissimo periodo. Chissà cos'avrei dato perchè mi tenessero una volta finito lo stage... ma dovevo concentrarmi sulla tesi poi iscrivermi alla specialistica... 

Mi risulta che quella sede ora la stiano smantellando... forse è stato meglio così!

Ma ritorniamo a CM. Alzarmi la mattina e sapere che avrei lavorato con lei era un piacere. Nonostante stessi cominciando a litigare pesante con il mio fidanzato di allora, che si rivelò un cretino e io me ne stavo iniziando ad accorgere proprio in quel periodo. Nonostante fosse piena estate e gli altri fossero tutti al mare.

CM mi rendeva facili le giornate spiegandomi come lavorare, rendendomi il più possibile autonoma, avvisandomi per tempo quando arrivavano i capi stranieri e bisognava mettersi le scarpe chiuse coi tacchi e la giacca. Anche con 40 gradi. Mi faceva gli identikit foto muniti dei personaggi importanti per non farmi fare figuracce, mi indicava a chi dare del lei e a chi del tu. Ha fatto in modo che non ne sbagliassi mai una. 

Mi son sempre chiesta se non glie l'avesse spiegato nessuno a quelli lì che esistono dei sandali bellissimi e per niente volgari coi quali si possono evitare le piaghe nei piedi e la marcescenza dei ditolini... ma niente, per le riunioni importanti volevano le scarpe CHIUSE. All day. Anche se eri quella nell'ufficio-microonde. Anche se promettevi solennemente che avresti fatto la pedicure la mattina stessa.

Dopo avermi messo sulla buona strada, CM si è presa un po' di ferie. Un giorno, la vedo rientrare in ufficio in forma smagliante, con un tubino bianco di tessuto operato, tutta abbronzata e gli occhiali da sole in testa... un momento, perchè sei già tornata dal mare? E perchè stai piangendo?

Sono venuta a rassegnare le dimissioni. Mi hanno chiamata per un posto fisso in una scuola che confina col cortile di casa mia. Adesso faccio tantissimi chilometri ogni giorno e rientro così tardi... sai... se dovesse andare bene... non sarebbe più il caso. E' un segno del destino. Io non ci pensavo neanche più, a quel concorso, è passato tanto tempo.

CM amava quel lavoro, si vedeva da come lo faceva. Mi disse che avrebbe dovuto acquistare dei vestiti comodi per fare l'insegnante. Che i suoi tailleurini non erano più adatti. Le servivano delle scarpe da ginnastica per stare tutto il giorno in piedi. E non sapeva bene come avrebbe fatto a fare la maestra, lei che era così soggetta a perdere la voce. Sarebbe stato un grosso cambiamento.

Ma ne valeva la pena. CM in quel periodo si era anche un po' confidata con me ed è stata la prima persona sulla faccia della terra a farmi avvicinare concretamente all'idea che, qualche volta, i figli faticano ad arrivare. Con suo marito avevano iniziato l'iter per l'adozione. Mi aveva raccontato che, se fosse riuscita ad avere un figlio, avrebbe desiderato calare un po' il ritmo lavorativo. E quale migliore occasione, se non quella di fare l'insegnante, lei che aveva anche studiato per diventarlo? Sei impegnata più o meno negli stessi orari in cui è impegnato tuo figlio, d'estate sei libera molto tempo, poi era veramente attaccata a casa. Al suo posto credo lo avrebbe fatto praticamente chiunque.

Poco tempo fa sono stata a una cena dove una conoscente mi nomina una bravissima maestra che tempo prima aveva fatto l'impiegata proprio in quella ditta. Noooo! Deve essere CM! Sì proprio lei! Ma come fai a conoscerla? Devi sapere che... [blablabla] Salutamela tanto, mi raccomando. Senz'altro si ricorda. Ma toglimi una curiosità, ha dei figli? Certo, E! Estrae il cellulare e trova una foto. Guarda che bel bambino.


martedì 19 marzo 2013

Rossa

 

Dov’eravamo rimasti? Dieta, palestra… Ahahaahahh! Ma quando mai?! Il tempo continua a scarseggiare e con esso la voglia. Ma una cosa l’ho fatta: mi sono concessa qualche coccola davvero gradita e mi sto godendo le conseguenze, ovvero l’impressione di essermi sufficientemente allontanata dall’orlo del baratro che poco fa sentivo quasi sotto i piedi e mi dava le vertigini.

Complice la cugina di Lui, parrucchiera, e la di Lui sorella che insieme (senza troppo sforzo
devo dire) mi hanno convinta, in un sabato pomeriggio qualunque ho detto addio (?) al mio castano naturale-sempre-uguale e ho ceduto alla tentazione di cambiare. 

Mi sono fatta rossa. 

Cioè, questo è quello che sembra a me, in realtà ho fatto un leggero riflesso di castano cioccolato ramato qualcosa con una goccia di arancione… che, insomma, tende al rosso. Mi vedo allo specchio e stento a riconoscermi! Ed è veramente assurdo, considerata l’entità del cambiamento (per darvi un’idea, mia madre non se n’era nemmeno accorta).
 

Ma l’importante è essere soddisfatta, sentirmi bene, essere finalmente in sintonia con questo bel sole che c’è fuori. Forse qualcuno s’era accorto che stavo strippando cominciando a cedere e mi sta riservando coccole extra anche dall’esterno. Così sono arrivati super regali (cognatina, devo ancora decidere se ringraziarti tantissimissimo o sgridarti un po’…) e momenti per coccole con le persone che lo meritano. Sia coccole vere e proprie che date dal piacere di prendersi cura l’uno dell’altro.
 

Magari non era esattamente come avevo immaginato di venirne fuori ma il risultato mi soddisfa. A volte improvvisare da buoni risultati.

lunedì 12 novembre 2012

13 novembre 2012

Ho scoperto leggendo qui che è stata istituita la Giornata Mondiale della Gentilezza. Ed è domani!  Esiste addirittura un Movimento Italiano per la Gentilezza, però forse andare in giro a distribuire bigliettini è troppo anche per me. Esagerazioni a parte, credo che mi abbiano letto nel pensiero, poichè ultimamente questo è un tema che mi sta appassionando. Noto in generale che ci siamo un po' dimenticati cosa significhi essere cortesi, educati e bendisposti nei confronti del prossimo. Soprattutto ci siamo dimenticati del perchè dovremmo esserlo, ovvero perchè semplicemente il 50% delle volte ilprossimo siamo noi!

Recentemente mi è capitato di essere apostrofata in malo modo da una pattuglia di polizia che mi aveva fermata per un banale controllo patenteelibretto (solo perchè ero una donna, temo, ma preferisco pensare che sia stato un caso), mi sono presentata a un corso dove l'insegnante si è mostrata molto seccata di avere nuovi allievi poichè le sarebbe toccato fare un riassunto delle puntate precedenti (ma allora perchè prendete nuove persone?), mi sono dovuta disturbare due volte in meno di un mese per rintracciare persone che avevano parcheggiato l'auto davanti al mio carraio bloccandomi in/fuori di casa e non mi sono mai sentita chiedere un banalissimo scusa. Così finisce che le prossime volte chiamo il carro attrezzi.
E sono solo alcuni episodi...

Mi sorprende notare che la maggior parte di queste persone poco gentili stesse lavorando, quindi fosse pure pagata per svolgere quella precisa attività in quel preciso momento, si presume con un atteggiamento educato e rispettoso del prossimo, se non addirittura col sorriso. Per non parlare dell'atteggiamento da tenere con un cliente pagante!

Ancora peggio è quando ci dimentichiamo la gentilezza nei rapporti interpersonali basati sull'affetto, sull'amicizia, sul voler bene all'altro. Perchè ricordiamoci che voler bene significa desiderare il bene dell'altro, ciò che è meglio per lui, il suo benessere e la sua felicità. Indirizzare le nostre azioni in questo senso. Essere sempre tesi verso questo obiettivo e sentirci felici se lo abbiamo raggiunto, o almeno ci abbiamo provato.

Se avrò la fortuna di avere dei figli, credo che questo sarà uno dei valori più importanti da trasmettere loro. La gentilezza, intesa come rispetto e voler bene, credo proprio che potrebbe darci una mano ad essere più felici, a stare meglio, anche a lavorare meglio. Spero di essere un buon esempio, sfrutterò tutto il tempo che ho per fare pratica!