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martedì 24 dicembre 2013

Letterina a Babbo Natale - Auguri -




Caro Babbo Natale,
è un po’ che non ci sentiamo. Vent’anni o giù di lì. Ti ricordi di me? Sono quella bimba che in prima elementare si è fatta un pianto fiume dopo che la maestra aveva spiegato le motivazioni tecniche e logistiche per le quali la tua esistenza sarebbe scientificamente impossibile. Sono quella bimba che ha cercato di spiegare che a casa sua tu c’eri stato per davvero e le avevi portato quella meravigliosa culla rosa di metallo con i riccioli e le lenzuoline a fiori dove il mio primo gatto ha soggiornato a lungo, seppur contro la sua volontà (soprannominato San Biagio Martire, a ragione).

Ti ricordi? Sono quella che, ancora oggi, si ubriaca di magia del Natale facendo decine di pacchi, anche su commissione per chi non ama farli ma deve. Che ha sempre scorte enormi di nastrini e carta da regalo ancora sigillata perchènonsisamai. Che ama scegliere i regali con cura e prepararli con anticipo, farli a mano quando è possibile, sempre che un virus fulminante e bastardo non colpisca proprio nel momento sbagliato. Allora scegliere con calma e impacchettare con cura il 23 dopo essersi inflitta una maratona al centro commerciale nell’ora di punta può essere decisamente più difficile, ma non del tutto impossibile. 

Sono quella che ancora un po’ ci crede, nonostante molte cose dimostrino il contrario. Perché anche se domani non ci saranno tutti quelli con cui vorrei passare questo Natale, qualcuno nuovo è arrivato, portando un enorme bagaglio di gioia e di gratitudine verso la vita, che stavolta è stata proprio generosa. Perché la salute c’è e non è niente affatto una banalità. Perché finalmente abbiamo una casa come si deve, dove festeggiare e stare insieme. Noi due e chi vogliamo bene.

Caro Babbo, quel due comincia ad essere un numero un po’ piccolo. Ci va stretto. Proprio domani speravo di poter ricevere una buona notizia, per me il più bel regalo. Invece con estrema puntualità siamo stati informati che dovremo accontentarci di quel due ancora per un po’. Immagino che tu abbia molto da fare, ma se tu conoscessi la Cicogna e le potessi fare una telefonata… tanto il mio indirizzo so che lo conosci. 

Buon lavoro Babbo caro, e spero a presto. Buon Natale a te e a tutti gli altri. Se ti avanza qualche pacchetto da incartare sono sempre disponibile.


giovedì 31 ottobre 2013

I had a dream - il mio nonHalloween


Oggi son proprio contenta. Ho fatto ciò che desideravo e me lo son goduto con voluttuoso egoismo. Ho preso un giorno di ferie. Ma non un giorno di ferie qualunque, no. Un giorno pre-ponte, roba grossa. Mi sono alzata lo stesso di buon’ora, ho fatto una meravigliosa colazione con calma, osservando il sole che si faceva lentamente spazio tra la nebbia. Ho fatto una profonda pulizia del viso con il mio nuovo Visapure fiammante e mi sono anche concessa una maschera. Mi sono truccata felice sapendo che di lì a poco sarei andata dal parrucchiere a rinnovare il mio celeberrimo riflesso rosso. Ho usato i colori che lo faranno risaltare di più, sono proprio soddisfatta. E le sopracciglia mi sono venute divinamente. Che poi non di dica in giro che ho sprecato giornate intere a studiare i consigli delle guru di You Tube.
Sono stata dal parrucchiere che mi ha coccolata, colorata e phonata, fra una chiacchiera e l’altra, con in sottofondo il nuovo cd di Katy Perry. Sono uscita appena in tempo per prendere un aperitivo in centro con la mia amica A., che non vedevo da tantissimo e con la quale avevo davvero necessità di fare un aggiornamento intensivo. Sono stata a pranzo da mia madre che, non ho davvero capito come mai, mi aveva fatto una sorpresa: mi ha regalato una borsa! Ma non UNA borsa… LA borsa che è un po’ che stavo puntando. E ha indovinato anche il colore!!! Sono commossa. Non so davvero come ringraziarla. Prima di tornare a casa ne ho approfittato per fare un giretto per negozi, che il sole di questo lungo autunno ancora non si sa per quanto potrà durare. Alla fine ho preso qualche cosina, ma nulla di importante. Ho preferito risparmiare per quel weekendino in montagna che io e Lui vorremmo tanto farci appena arriverà un po’ di neve…

Accidenti, si è fatto tardi! Salto in macchina e corro a casa. Arrivo appena in tempo all’appuntamento col tappezziere che mi deve riconsegnare il divano dopo averlo foderato di nuovo. Sono felicissima! Sembra proprio un divano nuovo. Non vedevo l’ora di vederlo sistemato. Senza coperture era terribilmente triste… si intravedeva la piuma dei cuscini che creava uno strano effetto a cerchiolini sotto le fodere ed ero sempre sull’orlo di una crisi di nervi per tenerlo coperto con dei teli in una qualche maniera. Ora invece ci siamo! Così sì che mi piace. Speriamo che il gatto non lo confonda più col suo tiragraffi…

Con la casa perfettamente pulita, il divano rivestito e le tende mi sembra finalmente di essere “arrivata”, dopo oltre un anno di lavoretti, lavoroni e ristrutturazioni più o meno di ogni angolo… sono proprio felice! Per non sentirmi troppo in colpa per la giornata di cazzeggio di svago più totale, decido di preparare il borsone e andare in palestra. Oggi esagero: doppio turno. Zumba poi yoga. 

Ci voleva proprio. Stasera sono un’altra. Non avete idea. Mi addormento felice fra una riga e l’altra di uncinetto, fantasticando sul massaggio che ho prenotato per domani sera con un buono che mi hanno regalato…

***

Ci siete cascati? Dai, almeno un pochino… io mentre scrivevo a tratti ci ho anche creduto. Perdonatemi, ma avevo bisogno di farlo, di assaporare un pochino quella sensazione. Purtroppo praticamente nulla di quello che ho scritto corrisponde a verità. Ho lavorato di fantasia.

In realtà sono incavolata nera. Ho passato una di quelle settimane bige che speri solo che finiscano in fretta. E dannazione non va bene quando speri che il tuo tempo trascorra in fretta, perché non torna più! Ho sempre sostenuto che ognuno sia responsabile della propria felicità e io in questo periodo in materia faccio schifo. Andrei rimandata, se non bocciata addirittura. 

Non capisco bene cos’è che mi rode così tanto, visto che poi, alla fine, problemi grossi non ne ho. Vorrei un figlio e non arriva. No vabbè, ok, ormai l’ho detto… ma non sono incavolata per questo. Al massimo un po’ preoccupata, ma non disperata. Non so se dipenda dallo stress, dal meteo, dall’aver bucato le mutande portafortuna che mi ha regalato l’altra amica A. o, semplicemente, dal fatto che le cose arrivano quando arrivano e basta. Ma lo capisco. Queste tempistiche non erano quelle che avevo sperato, ma posso ancora accettarle anche se ne sono dispiaciuta.

Però sono incavolata. E frustrata. E soffocata. Il motivo principale credo sia un altro, più di tutto dal tempo che mi manca. Non ho il tempo per fare tutto quello che vorrei.
E in questo momento di cose ne vorrei fare tantissime. Mi sembra di avere così tanto da dare e non riuscirci è come se mi risucchiasse in un vortice melmoso dal quale non ho scampo. 

Vedo un progetto creativo carino ma la mia craft room è ancora il delirio più totale. 
Leggo di un’esperienza simpatica e istruttiva da fare con i bambini, mi piacerebbe metterla in pratica e non saprei con chi… Mi sono ridotta a supplicare un mio amico di fare da babysitter alle sue figlie. Non so se mi ha preso sul serio come avrei voluto.
 
Vorrei dedicarmi di più e meglio a Lui, magari andare insieme da qualche parte e starcene un po’ da soli. Ma quando? Lui lavora moltissimo e io attualmente sento il dovere morale di utilizzare tutto il mio tempo libero e le mie risorse per la casa. Vorrei passare molto più tempo con la mia famiglia ma vedo tutti pochissimo e attualmente non sono in grado di essere per loro quello che vorrei. Mi sento tanto in debito con tutti. Vorrei rendermi utile, chiacchierare, essere di compagnia, regalare tempo, oggetti, azioni. Ma proprio non ne ho la possibilità, non c’è verso.

E'che c’ho un po’ la sindrome di Calimero. Sono qui a sgonfiarmi su me stessa e a incatenarmi da sola dentro un processo che non mi piace neanche un po’. Mi sto antipatica quando faccio così. Però so che poi mi passa. Eeeeh se mi passa.

lunedì 28 ottobre 2013

30. Di bilanci, progetti e cifre tonde


Sabato hai compiuto 30 anni. 
Abbiamo festeggiato in modo semplice con gli amici di una vita, che finalmente abbiamo potuto invitare a casa. Sono riuscita a farti avere il regalo che desideravi e perfino a farti una sorpresa, perché non te lo aspettavi per niente. 

Tu avevi quello sguardo. 

Quello sguardo lì, di quando sei soddisfatto, di quando sei sereno, di quando sei felice. Per me quello sguardo non ha prezzo. 
Tu meriti questa felicità e sappi che io sono fiera e onorata di poterne fare parte.

E’ stato un compleanno-cifra-tonda. Inevitabile fare un po’ il punto della situazione. All’appello abbiamo 6 anni e mezzo di vita insieme, degli anelli che ci ricordano i passi più grandi che abbiamo fatto, un lavoro che finalmente ti piace e una casa sgangherata che pian piano sta diventando bellissima. Perché è la nostra. La casa dove ci immaginiamo quello che verrà, ma ancora non possiamo sapere. E’ uno strano entusiasmo a tratti struggente. Stiamo imparando che non tutto si può sempre pianificare e riusciamo a farcelo piacere. Affrontiamo un passo alla volta, risolviamo un problema alla volta, ci godiamo una gioia per volta. Sempre insieme. 



mercoledì 18 settembre 2013

Domani cambia la luna...



Ehi tu, che pochi mesi fa sembravi solo una bolla di sapone.
Tu, che oggi sei un piccolo calciatore e mi colpisci con forza, quasi a voler dire 
"zia sono qui! sono io!"
Tu, piccolo wrestler che a volte sembri un quasi alien dentro la pancia della tua mamma.
Tu che adesso sei una pancia che ci mancherà, anche se vederti finalmente fuori ci renderà pazzi di gioia e completamente ebeti.
Tu, che giochi con noi a "schiaccia la talpa" e vinci sempre.
Tu, che giochi anche a "stappa l'ombelico di mamma" e per fortuna perdi sempre.
Tu, che ormai sarai stufo di sentire la mia voce e tutti i nostri discorsi da femmine.
Tu, che hai già più vestiti di mamma e zia messe insieme e una vasca da bagno personale.
Proprio tu, piccolo aspirante ginecologo, che sei già pronto sulla rampa di lancio.
Qui fuori è tutto pronto. Stiamo solo aspettando te.

venerdì 6 settembre 2013

Settembre, buoni propositi.


Nel post prima parlavo di cacanze. Mica esageravo. Oltre a tutte le complicazioni organizzative e logistiche, agli operai in casa, agli artigiani in ferie... 
in quelle due settimane non sono nemmeno stata troppo bene.

Nulla di grave, intendiamoci. Ma qualche tentativo mal riuscito di svenimento preceduto da un ciclo in anticipo e un po' strano mi hanno convinta ad anticipare leggermente il solito "tagliando completo" che di solito fisso in autunno.

La Bionda ha ispezionato ogni millimetro cubo del mio corpo che le competesse ("Tuttocchei. Poi guardi che bel follicolo! Sta decisamente per ovulare") e Raffaella Carrà mi ha prescritto "analisi del sangue complete che più di così non si può". 
C'era scritto così, giuro.
Ecco. Proprio adesso le analisi del sangue. Sono senza la mia cucina da oltre tre mesi, ho passato le ultime due settimane un po' qui e un po' lì e ho mangiato sempre fuori. Certamente ho messo su almeno un paio di chili e avrò tracce di sangue nel colesterolo...

Invece ho avuto la sorpresa. Le mie analisi erano praticamente perfette e Cesare (ho ovviamente incluso anche lui nel tagliando, potevo forse esimermi?) ha constatato che ho perso un centimetro e qualche altro etto. Un risultato grandioso, considerato che ero pronta a prendermi una bella sgridata collettiva.

Ok, l'avrò anche fatta franca, ma da settembre si cambia.

Da settembre dieta sana, palestra, cotture a vapore, pesce ai ferri, crackers integrali, yoga e passeggiate.
Sì, sì, ho deciso che vado a lavorare in autobus e scendo una fermata prima, no ancora meglio, vado in bici! Da settembre.
Ma Mammagari devi fare la tangenziale... Non importa. Così è deciso, ho detto.
Gnocco e tigelle banditi. Se proprio dobbiamo uscire a cena, solo sushi. Anzi, imparo io a farlo, il sushi. Che se uno sa fare le tigelle vuoi che non impari ad arrotolare su un po' di riso...
Già, da settembre mi disintossico. Mi purifico. Mens sana in corpore sano. 
Come dite? Che giorno è oggi?

giovedì 23 maggio 2013

Benvenuta A.



 

Ieri pomeriggio ho avuto un’apparizione mistica. 

Ero in cortile col Vice Capo Cantiere e buona parte delle rezdore del quartiere impegnate in una sessione di ciozzo fittissimo aggiornamento intensivo.

A un certo punto, mia nonna mi prende per un braccio e mi porta nel cortile della casa di fianco: c’era una nuova arrivata da conoscere. 

Io in realtà da lontano l’avevo già vista, l’avevo osservata dall’alto del mio balcone, ma non avevo sufficiente confidenza e faccia tosta per andare porgere le mie congratulazioni ai suoi genitori. 

Una bellissima bambina, tutta rosa e bianca, con tanti sottilissimi capelli neri, quasi una peluria, che succhiava avidamente il latte dalla sua mamma. La bambina era meravigliosa, vi assicuro. Ma ancor più meravigliosa la presenza eterea della mamma. Una ragazza mora, slanciata, con la gonna lunga, una camicia bianca leggera e degli orecchini di perle lavorati. Il viso pulito e uno dei più bei sorrisi che io abbia mai visto in vita mia. 

Un sorriso che era prima di tutto negli occhi, non vi so spiegare bene… vi posso solo dire che era contagioso e infondeva serenità. Lei allattava la bambina stando in piedi, chiacchierando, passeggiando sugli autobloccanti. Come se fosse la cosa più naturale al mondo, come se fosse il quinto figlio con cui lo faceva, come se fosse nata apposta per farlo. 

Già mi era capitato di osservarla dall’alto, questa mamma con la sua bimba che in quaranta giorni avrò sentito piangere sì e no tre volte (le nostre finestre sono vicinissime), con la sua andatura lenta e delicata che mi aveva letteralmente incantata. Da vicino però ho proprio avuto l’impressione di vedere la Madonna. Vi è mai capitato? Era come se fosse dipinta, tanto era perfetta. Mi ha rapita.


Ammetto che quando ho cominciato a vederla avvolta da un fascio di luce ho pensato che fosse davvero giunta l'ora di tornare a casa mia. Però, che meraviglia…

martedì 30 aprile 2013

Inscatolando


Amoreeee, dov'è il nastro adesivooo?
[ma sì dai, facciamo bella questa casetta, guarda in che condizioni è adesso!]
Quello da pacchi? Ce l'hai sotto il naso.
[casetta bella e funzionale = famigliola felice] 
E il cutter? Dov'è il cutteeer??
[famiglia felice = bambiiiniiii] 
Ricordati di numerare gli scatoloni e di scrivere il loro contenuto sulla lista.
[bambini = aaahwww ... sospiro]

lunedì 15 aprile 2013

It's a boy!




Ho sempre pensato a un mio ipotetico figlio come a una figlia femmina. Anche quando era un’idea remotissima. Anche quand’ero bambina.  Forse perché io sono femmina, forse perché mi veniva più normale pensare a una più istintiva empatia, forse perché mi piacciono molto tutte quelle cose frivole e femminili che avevo pensato di condividere con lei.



Da quando so che diventerò zia (pausa. Sì, divento zia. Fatemi crogiolare un attimo in questo bel pensiero, please. Fatemi assaporare quelle tre lettere una per una e poi di nuovo tutte insieme ZIA… oddio che effetto meraviglioso che fa. Ok, può bastare, dicevamo…?) che da quando so che diventerò zia, mi è venuto automatico immaginarmi una nipotina femmina.



Solo in un primo momento, però.

Perché poi altre sensazioni e altri ragionamenti hanno preso piede: pacifico che la priorità fosse l’importanteèchestiabene, e fin qui non ci piove, poi all’improvviso qualcosa dentro ha cominciato a dirmi che sarebbe stato bello anche se fosse stato maschio. Anche senza l’anche, scusate il gioco di parole. Stessa cosa per un ipotetico futuro figlio. 

Spettacolo se fosse femmina. Spettacolo se fosse maschio. 

Spettacolo un qualsiasi assortimento di genere di uno stuolo di futuri figli. Vabbè, una leggera predominante di speriamochesiafemmina lasciatemela… sono pur sempre una femmina io, in primis.



Oggi abbiamo avuto la certezza che il nipotino sarà proprio un nipotinO. Con la O. Ed è stato amore. La notizia mi ha pervasa e con essa una bellissima sensazione di festa, di allegria.

Qualche settimana fa avevo immaginato che questa eventualità mi avrebbe un po’ delusa, oggi invece l’ho immediatamente accolta con gioia. Sospettavo che sarei stata felice anche di un nipotinO già dopo un giro per negozi con mia cognata, quando ci siamo obbligate a guardare un po’ di vestiti da maschietto dopo essere state attratte in un primo momento da quelli da bambina. L’istinto mi (ci) ha portate da merletti, fiorellini e pois, ma, mentre guardavamo jeans e giacchette da dandy, ghettine, bretelle e camicine, body gialli che alla futura mamma piacciono tanto (ho scritto mamma...la parola ZIA è bella eh… ma MAMMA…….!) qualcosa mi diceva “ma guarda che alla fine non è mica poi così male! Ma guarda che… quasi quasi, sarebbe comunque meraviglioso.” Ho fatto fatica ad accorgermi che lo stavo pensando, che proprio io stavo pensando una cosa così, eppure.



Il bello della vita, l’ho già scritto, è viverla. Fantasticare non è niente male, detto da una pesci potete crederci (l’unica cosa che so sul mio segno zodiacale, fra l’altro). Ma rischiare che la fantasia prenda il sopravvento non va mica bene. Gli scossoni positivi che ti riportano con i piedi per terra sono un toccasana. Ti fanno apprezzare ancora di più la realtà e ti ci fanno sentire dentro nel ruolo del protagonista. E allora, avanti tutta! Godiamocela per bene, questa vita, soprattutto oggi, che è tutto un po' più blu.

lunedì 18 febbraio 2013

Tu chiamale, se vuoi, emozioni

Il fantastico bimbo dell'amica M. ha ormai ha 9 mesi.
Ma... come? Com'è potuto succedere?! Non era ieri che dava i calcetti a mio marito da dentro la pancia della sua mamma?

Bimbo, io te lo dico, gli hai provocato un trauma irreversibile, era la prima volta che toccava la pancia di una donna incinta e c'è mancato poco che svenisse, non sapete che ridere!


Sto divagando. 

Il fatto è che il piccolo ha fatto un enorme, gigantesco passo avanti: risponde!
Ti capisce e comunica con te intenzionalmente. Chiaramente.

A parte qualche abbozzo sillabato, il ragazzo non parla, certo, ma si fa capire alla grandissima. Per ora sa solo annuire per dire di sì, se vuole dire no semplicemente non fa nulla. Inoltre, ciliegina sulla torta, si esibisce nel suo show preferito, che è attualmente intitolato "batti 5". Gli serve solo una spalla e parte lo sketch.

Mi rendo conto che siano progressi normalissimi, ma per me vedere quell'esserino esprimersi, quando fino a poco fa andava necessariamente "interpretato", è stato molto toccante.

Ero quasi incredula... mi sono guardata con lui sul divano un episodio intero di Peppa Pig  "chiacchierando" insieme amabilmente, come per verificare se stava accadendo davvero.
(detto inter nos: ma quanto è carina Peppa Pig?!)

Mi sono sentita fiera di lui, anche se per me è solo il figlio di un'amica.
Mi stavo chiedendo, quando il figlio sarà mio mi scoppierà il cuore dalla gioia?!

Che sensazione impagabile deve essere...

domenica 27 gennaio 2013

Incastrata

E' proprio strano quando la vita che hai tanto immaginato un giorno arriva. Io sono una sognatrice, una che di notte sta sveglia ad immaginare. Pianifico tutto più e più volte, poi finisce sempre che improvviso. Mi piace cullarmi a pensare come sarà... come vorrei che fosse... non sempre indovino, ma è lo stesso. 

Il piacere è doppio: fantasticare e vivere.

Oggi è strano sentirmi incastrata in qualcosa che non avevo previsto. Rimandare necessariamente questa maternità per me così desiderata la vivo come una violenza. Eppure capisco che sia la scelta più giusta dal punto di vista razionale. 

Il cuore da una parte e la testa dall'altra.

Mi auguro spesso che capiti per sbaglio... spero sempre che succeda quell'incidente che dieci anni fa mi avrebbe incasinato la vita. Non è molto maturo, me ne rendo conto... ma se succedesse in questo modo sarebbe comunque una cosa meravigliosa.

Eppure non è giunto il momento di procedere intenzionalmente. Nonostante quanto questo significhi per me. Nonostante il mio orologio biologico mi stia supplicando in ginocchio di darmi una mossa. Nonostante io abbia sempre immaginato di avere due figli prima dei trent'anni. Nonostante io mi senta uno schifo per tutti quelli che di figli non ne possono avere e non possono permettersi il lusso di queste pianificazioni. Che poi, parliamone, chi mi dice che noi abbiamo tutte le carte in regola?

Ho la fortissima sensazione di star perdendo tempo. E mi innervosisce terribilmente. Eppure abbiamo altre urgenze, altre priorità, che per almeno sei mesi ci terranno impegnati. Sei mesi... cosa sono sei mesi? Quanto durano? Tanto? Poco? Sono una scema a lamentarmi per soli sei mesi? Nella mia testa sono un'era geologica. Poi dove sta scritto che tra sei mesi istantaneamente si compia la magia?

Sono tutti mesi in più che mi separano dal conoscere mio figlio. Tutti mesi della mia vita che non vivrò con lui. Mesi in cui so di star facendo tanti progetti che sono finalizzati proprio all'allargamento della famiglia... che però a pelle mi sembrano persi.

Sono un po' triste oggi, scusatemi. Vorrei ma non posso. E questo mi fa tanto arrabbiare.

domenica 20 gennaio 2013

Un buon noncompleanno a me!

Manca ancora un po' al mio compleanno ma oggi sono in vena e ho comunque deciso di autoregalarmi una wishlist. Non perchè mi aspetti che qualcuno vi ci attinga o perchè voglio acquistare io tutte queste cose... Lo faccio giusto per il piacere di farlo, fantasticare è gratis! Cominciamo. 
  
Un temperino elettrico profescional per l'ufficio

Solo i feticisti della cancelleria come me possono capire... Oltretutto mi sono state appena regalate delle stupende matite a cuoricini che, tutta fiera, sto usando (sì sì, in ufficio!) e sarebbero degne di un temperamatite all'altezza.
che vi devo dire... il mio mi ha abbandonata! Sono bisognosa di temperini ;) 

Questa matita per sopracciglia

Che purtroppo ho finito e nella mia città non riesco a trovare. Una volta che trovi il colore perfetto non riesci a reperire il prodotto. Che nervoso!

La tinta YSL che avevo quando mi sono sposata


Sono stata lì lì per comprarla un sacco di volte, perchè il prodotto davvero merita e il colore è splendido. Il prezzo però è molto alto e non so se per un rossetto ne valga la pena. Probabilmente questo sarà uno sfizio che non mi toglierò mai però vederlo scritto qui mi fa ugualmente un bell'effetto.

Il mitico Cha Cha Tint


Altra cosa che non ho avuto il coraggio di comprare per via del prezzo, ma sono certa che lo valga tutto tutto tutto. 

Una spazzola pneumatica. Seria.

Ecco questo è urgente! La mia spazzola sta dando segni di un preoccupante cedimento strutturale (presente quando la parte con i denti si sfila sempre dalla sua sede?!). Ne avevo già acquistata una per sostituirla. Bellissima. In legno. Peccato che non fosse per niente adatta ai miei capelli ricci e ho preferito regalarla a una testina tutta liscia che sicuramente ne farà buon uso. Però io sono rimasta senza! E per chi ha tanti capelli serve una tanta spazzola. 

Una di quelle penne per scrivere su IPhone e IPad

Questa credo proprio che me la autoregalerò... non so veramente come ho fatto ad arrivare a 29 anni senza (argh! ventinove!).

Il rinnovo dell'abbonamento il palestra

Dire che me lo merito è assolutamente riduttivo! Seguirà certamente un aggiornamento dove vi racconterò le peripezie mie e della mia amica M.

Che ne dite? Mi sono sbizzarrita a sufficienza!? Ho fatto una lista che nemmeno la letterina per Babbo Natale. Però io sono stata buona ;) 
Voi cosa vi regalate per il compleanno?
 

venerdì 18 gennaio 2013

Ci sono ricascata

Sono al centro commerciale a fare la spesa grossa. Un post-it azzurro con la lista scritta per bene a matita e la pretesa di avere un’organizzazione mentale.

Mi fermo davanti agli espositori di calze. Le collant pesantissime quindicimila denari opache che piacciono a me. Quant’è che non mi compro un paio di calze nuove? Beh… (a parte quelle di Calzedonia con i cuoricini che ho trovato in supersaldo e alle quali non sono proprio stata in grado di resistere…) direi dall’inverno scorso.

Il bello, o il brutto, di queste sostitute dei leggings dotate di piedi è che, essendo molto spesse, non si rompono mai, perciò durano moltissimo ma un po’ si rovinano comunque, quindi un paio o due nuove di zecca sono completamente giustificate.

Soddisfatta della meravigliosa e logica spiegazione che mi sono data, mi concentro sull’analisi degli espositori e seleziono due pezzi. Un collant di lana grigio melange e uno nero di maglina con l’interno in micropile. Mi sento molto gratificata. Le mie cosciotte ringrazieranno.

Il giorno dopo spiano immediatamente le nere in micropile e mi accorgo con orrore che… sono a vita altissima! Ma fantozziana, veramente! Mai avute delle calze così… forse ho anche esagerato un po’ con la taglia… ma che ci volete fare, a me le calze che stringono danno fastidio!

Dopo una prima cocente delusione, durante la giornata sono però costretta a rivalutare il prodotto. Non stringe, non da fastidio, la vita-stile-impero non si sente ed, effettivamente, sono caldissime. Meravigliose. Sono così morbide ed elastiche che ci starebbe dentro anche un pancione.

martedì 25 dicembre 2012

Auguri

Così eccoci qua. Non è cascato il mondo. Abbiamo prodotto/acquistato/trovato il giusto regalo per tutti. Abbiamo organizzato che fare a Capodanno. E siamo miracolosamente ancora vivi! Ci avreste creduto? Io assolutamente sì, anche se a tratti qualche dubbio l'ho avuto. Ho portato a termine tutte le commissioni improrogabili, gran parte di quelle importanti e rimandato ciò che non era urgente. Ho cercato di dare alla casa un aspetto decoroso, anche se sono rimaste un paio di camere dove... beh... lì sì che si potrebbe proprio intuire un passaggio dell'Apocalisse. Devo solo concentrarmi per smaltire tutta questa adrenalina (e un po' di ansia... ma perchè?!) e godermi le prossime giornate, che saranno all'insegna della famiglia, della casa, dello stare insieme.

Ho molte aspettative su questo 2013 che arriva. Per me l'anno 2012 è stata una fase di nuovo inizio, di potenziale ancora inespresso, devo ancora assestarmi. Ho un sacco di progetti grandi e piccoli che spero di poter mettere in cantiere nei prossimi mesi. Intanto ho un blog neonato che vedo crescere con enorme soddisfazione e per questo devo ringraziare immensamente voi che mi leggete. Senza di voi non ci sarebbe neanche il blog.

L'augurio che faccio a me stessa e a chi amo è quello di stare bene fra noi (e che magari questo noi diventi anche un po' più grande...sai che novità ^__^ ). Di fare tutto il possibile per essere felici e soddisfatti. Di avere il coraggio e l'impegno per fare ciò che ci appaga e ci realizza, per essere ogni giorno persone migliori.

Questo è anche l'augurio che faccio a voi. Di essere felici. Di crescere sempre. Di trovare il vostro obiettivo e di dare il massimo per raggiungerlo. Di non arrabbiarvi se qualcosa va storto e di ricominciare da lì dove siete arrivati. Abbiate il coraggio di cambiare idea se vi accorgete di esservi sbagliati e godetevi tutto ciò che avete. Fino all'ultima goccia, serenamente consapevoli che la vita è il presente e oggi è un giorno che non tornerà mai.
Vi abbraccio forte.

giovedì 13 dicembre 2012

E però

La mia amica M. è distrutta perchè ha un lavoro impegnativo e suo figlio non la fa dormire. Il mio capo ogni tanto arriva in ufficio storto perchè si sente in colpa per qualche sgridata troppo vigorosa a suo figlio maggiore. La mia amica I., adesso che è mamma, non si concede più shopping compulsivo di scarpe, al massimo qualche braccialettino di bigiotteria, sì ma di quelli da due euro, non di più. Adesso che ci penso, non so nemmeno da quant'è che non la vedo, la mia amica I. C'è qualche mamma che è a un passo dal conseguire una laurea in medicina honoris causa e non credo ne sia entusiasta.

Quando hai figli hai smesso di venire prima tu. Quando sei genitore hai per sempre la responsabilità di qualcun altro che grava su di te. Quando non sei più child-free ti puoi scordare di uscire quando vuoi e di cambiare programma all'ultimo minuto. Quando nasce un figlio probabilmente hai smesso di dormire. Quando compare un neonato nella tua vita devi rivedere tutto. Spazi. Orari. Priorità.

Anche chi un figlio lo ha desiderato tantissimo, è onesto nel dirti che la gravidanza non è uno scherzo... e del parto non voglio nemmeno parlare perchè ora come ora mi terrorizza. Siete voi a dirmi che la maternità è una roba tosta, per gente forte e che da quando vedi quelle due lineette vicine niente sarà mai come prima. E' qui in rete che ho imparato che anche con l'esperienza non tutto va liscio al primo colpo. E tutto questo mi dite pure che è normale.

E però. Però esiste quel ticchettìo inconfondibile che ti martella dentro. Quel qualcosa che non ti da tregua e occupa ogni millimetro cubo del tuo cervello. Quella folle inclinazione che ti fa rimbecillire davanti a una carrozzina. Quel desiderio innato e incontrollabile che non a caso si chiama istinto materno. Quel momento in cui per la prima volta dici che adesso lo vuoi anche tu. Per davvero. Che hai trovato la persona giusta. Che desideri con tutte le tue forze stringere un esserino che è metà Lui e metà te ma è comunque qualcun altro. Che non resisti dalla voglia di vederlo crescere e manifestare la sua unicità. Che sei pronta ad amare un altro essere umano come non credi nemmeno di essere capace. Che non te ne frega niente se vomiterai, soffrirai come un cane e ti verranno delle occhiaie profonde tre centimetri, se sarai divorata dall'ansia per una zuccata sul pavimento o un lego infilato nel naso, se ti trasformerai nel suo taxi personale per i prossimi diciotto anni. Non ti importa.

Io rispetto chi non vuole figli, rispetto le scelte individuali di ognuno e di ogni coppia ma, giuro, io chi non vuole figli proprio non lo capisco. Non ce la faccio a comprendere. Non mi capacito del fatto che qualcuno possa prendere in considerazione di avere un altro scopo nella vita. Razionalmente mi rendo perfettamente conto che possono essere del tutto sensati anche desideri differenti dai miei. Sono il mio cuore ed il mio stomaco che però non sentono nessun tipo di empatia con queste scelte.

Ok. L'ho detto e l'ho ripetuto. Mi pare chiaro. Provo a scriverlo per vedere l'effetto che fa. Io voglio un figlio. Voglio essere una mamma. Io mi sento già mamma. E sentirsi mamma senza un figlio è una sensazione strana e frustrante. Ti senti incastrata in qualcosa che non è carne nè pesce. Sento il bisogno di una famiglia che sia solo nostra. Noi e basta. Sarebbe perfetto. Sarà perfetto.
Devo solo pazientare ancora un pochino...